Il Tirreno

Grosseto

Solidarietà: la storia

Grosseto, i “bulletti” gli rubano la bici: i compagni di classe gliela ricomprano

di Sara Landi

	Foto di gruppo a scuola con gli studenti e la bicicletta ricomprata allo studente
Foto di gruppo a scuola con gli studenti e la bicicletta ricomprata allo studente

Il ragazzino, d’origine straniera, vive una situazione difficile. Per lui la bicicletta è l’unico mezzo per andare a scuola. Dopo la rabbia torna finalmente il sorriso

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GROSSETO. Ogni mattina Patrick (il nome è di fantasia per tutelare l’identità del minore coinvolto, ndc) monta in sella alla sua bici e raggiunge i suoi compagni a scuola. Abita lontano dall’istituto e quella bici è l’unico mezzo per i suoi spostamenti.

Per fortuna da casa sua alla scuola c’è la pista ciclabile e anche se c’è da fare un po’ di strada almeno lo fa in sicurezza. Giovedì ecco però l’imprevisto: la bici sparisce dal cortile della scuola per colpa di un gruppo di ragazzi più grandi del quartiere che non appartengono all’istituto scolastico frequentato da Patrick.

La notizia rimbalza subito dal cortile nella chat di classe ma l’indignazione e la rabbia lasciano presto spazio a una reazione di tutt’altro segno. Così il giorno dopo, l’ultimo da trascorrere tra i banchi prima di salutarsi per le vacanze, Patrick viene accolto da un gesto bellissimo: in quel cortile dove la sua bici è stata rubata la sua classe gli fa trovare una bici nuova con un bel fiocco rosso.

Questa storia che profuma del senso autentico del Natale, di amicizia e di solidarietà è successa pochi giorni fa nella scuola media Dante Alighieri di via Meda che fa parte dell’istituto comprensivo Grosseto 4.

A raccontarla al Tirreno è stata la mamma di uno dei compagni di classe di Patrick che ha vissuto insieme ai ragazzi, agli altri genitori e agli insegnanti queste due giornate particolari, iniziate con il dispiacere per un gesto vile e insensato e concluse con un momento di gioia pura che infonde speranza alla vigilia di Natale.

«Ultimamente anche in pieno giorno – racconta la donna al Tirreno – gira nel quartiere un gruppo di ragazzotti dai modi di fare non proprio gentili. I nostri figli nel loro gergo li chiamano i “maranza”. Spesso non perdono occasione per rivalersi sui ragazzi più piccoli come i nostri ragazzi che fanno le medie».

Peraltro il quartiere da tempo è bersaglio di atti vandalici, bullismo, danneggiamenti. Ne sanno qualcosa i negozianti, i professionisti e i residenti che frequentano giornalmente il vicino centro commerciale di Gorarella, come più volte documentato dal Tirreno.

Nel caso della bici di Patrick, sparita giovedì mattina dal cortile della scuola, il danno è anche più grosso perché si tratta dell’unico mezzo di trasporto di cui dispone il ragazzo. Patrick fa parte di una famiglia numerosa di origini straniere: in famiglia la situazione è difficile e complicata anche da problemi di salute.

La rabbia e il desiderio di rivalsa per il furto subito dal compagno di scuola che oltretutto sperimenta una condizione di fragilità diventano tra i ragazzi il motore per un bel gesto che si sostanzia in una missione: «Compriamo una bici nuova a Patrick!».

L’iniziativa viene lanciata da un gruppo di studenti e condivisa nella chat di classe dove viene approvata all’unanimità. E lì scatta la collaborazione fondamentale dei genitori che nel giro di 24 ore, contagiati dall’entusiasmo dei figli, trasformano il loro desiderio in realtà in tempi record.

La bici nuova viene comprata in un noto negozio di articoli sportivi dividendo la spesa, poi viene infiocchettata e portata il giorno dopo a scuola perché il Natale di Patrick possa essere meno amaro.

La sorpresa gli è stata fatta venerdì all’uscita dall’ultima ora di lezione prima delle vacanze natalizie. Anche i docenti hanno contribuito a far sì che la sorpresa andasse in porto.

Una professoressa di sua iniziativa ha anche regalato una bici da donna alla mamma del ragazzo che ne era sprovvista, un dono utilissimo che si aggiunge a quello per suo figlio.

Così da una brutta storia, il furto di una bici, nasce qualcosa di buono come ha voluto sottolineare la nostra lettrice auspicando che la storia diventi di dominio pubblico.

«Si potrebbe dire con una battuta che a volte anche le chat di classe fanno cose buone – osserva la donna – ma ciò che più mi ha colpito venerdì assistendo alla consegna del regalo è stato il sorriso raggiante di Patrick che ha commosso tutti, insegnandoci che l’amicizia, la solidarietà e la gentilezza non sono chimere. In questi tempi cupi mi è sembrato un seme di bellezza autentica da condividere, capace di rischiarare l’anima e scuotere le coscienze più pigre». 

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