Orbetello, Domenico Covitto pronto a candidarsi sindaco: «Non amo chi tratta male i cittadini»
L’ex dipendente comunale durissimo contro la giunta Casamenti: «L’attuale primo cittadino ha denotato arroganza e tentato di zittire il malcontento minacciando denunce»
ORBETELLO. Domenico Covitto è pronto a candidarsi a sindaco del Comune di Orbetello nel 2027.
Covitto, 66 anni, neghellese, è un ex dipendente comunale entrato con un concorso come geometra ai lavori pubblici. Ha assunto ruoli importanti come funzionario in vari settori, tra cui Edilizia privata e urbanistica, lavori pubblici, patrimonio, laguna. È stato anche geometra al Comune di Monte Argentario sotto la sindaca Susanna Agnelli.
Covitto, come nasce questa candidatura?
«Per la verità non ne avevo una gran voglia ma la convinzione è andata crescendo dopo che molte persone me lo hanno chiesto proponendosi di sostenere una mia lista civica».
Secondo lei perché le hanno fatto questa richiesta?
«Andrebbe domandato a loro. Penso che la gente abbia perso fiducia nei partiti e guardi più alla persona e alla professionalità».
In cosa ha mancato, secondo lei, il sindaco Andrea Casamenti?
«Ha mancato nei rapporti con la gente, non ha mai accettato proposte dal basso. Ha fatto calare sui cittadini le sue decisioni senza alcun confronto denotando spesso arroganza. Basti vedere cosa succede con Talamone e Ansedonia: chi vuole andare con Magliano chi con Capalbio. Ha tentato di zittire il malcontento che cresceva minacciando denunce, vorrei ricordare le delibere al riguardo. L’amministrazione Casamenti ha fatto solo annunci e promesse non mantenute. In quasi dieci anni non è stato realizzato un solo metro di piste ciclabili, non esistono più i battelli che solcano la laguna, le transenne dominano sugli arredi urbani, inferriate dei parchi divelte e mai riposizionate, cancelli mangiati dalla ruggine, giardini ricoperti di guano delle garzette, topi di tutte le razze e misure, il Tulip adagiato come discarica di materiali edili, fogne che ogni tre per due tracimano scaricando fetore e liquami nei parcheggi lungo le mura e le vie del centro, Piazza del popolo che sembra il piazzale di un rimessaggio di trattori, cestini spariti e mai più ripristinati, nemmeno un bagno pubblico, verde pubblico devastato. Ma questa è solo la punta di un iceberg amministrativo fallimentare che ha prodotto una dilapidazione di denaro forse senza precedenti a fronte di risultati disastrosi».
Secondo lei cosa non piace di Casamenti?
«È il modo in cui si pone, pensa di poter trattare tutti con sufficienza. Non mi è mai piaciuto chi si prende gioco delle persone, specie chi ricopre una carica pubblica e si lascia andare a battutine sferzanti con i cittadini che non hanno molta conoscenza delle procedure nella pubblica amministrazione. Il lavoro della giunta dovrebbe essere armonico tra i settori, assistiamo invece a molti “io”, “l’ho voluto/a fortemente”.. ecc. che denotano più una ricerca di consenso da leadership che lavoro di squadra. Materie molto importanti come i lavori pubblici, protezione civile e polizia municipale sono affidate con delega a un consigliere comunale al quale il Tuel pone molti limiti. L’avvicendamento tra Luca Minucci e Ivan Poccia ha certificato il fatto che le deleghe sono ripartite su base partitica e non meritocratica: Roberto Berardi, che alle ultime comunali è stato il più votato tra gli uomini, è fuori dalla giunta mentre Poccia, passato per una manciata di voti, è assessore».
Ma lei cosa vorrebbe fare per Orbetello?
«Difficile rispondere così velocemente, anche perché i programmi vanno valutati con i “compagni di viaggio”. Comunque vorrei riportare il cittadino al centro della vita amministrativa e renderlo partecipe delle scelte così come dei risultati. Il Comune dovrà avere un proprio cantiere attrezzato fino a che ci sarà la possibilità di assumere, altrimenti creeremo una società in house. C’è bisogno di rivedere completamente la macchina amministrativa, riportare i funzionari ad elaborare direttamente gli atti senza affidamenti esterni, risparmiando sulla spesa».
