Sola e ferita in auto dopo l'incidente: la figlia fa un appello e trova chi l'ha salvata – «Poteva morire, presto si incontreranno»
Grosseto, la giovane cercava chi era rimasto tutto il tempo accanto alla donna incastrata nella macchina. E all'appello sui social ha risposto un ragazzo di 16 anni: «Stava passando in motorino e si è fermato»
GROSSETO. Sta meglio Anna (nome di fantasia), la donna di 52 anni che lunedì intorno alle 19,20 ha avuto un terribile incidente mentre rientrava da Istia direzione Roselle sulla strada dei Laghi «La sua auto è (era) una Panda», aveva scritto la figlia, che chiameremo Barbara, per evocare la gravità dello schianto; lo aveva scritto in un post social con il quale cercava la persona che aveva chiamato i soccorsi e che magari era rimasta accanto alla madre in attesa dei soccorsi. Quello che non poteva sapere è che anche quella persona stava cercando lei: Carlo (altro nome di fantasia), di appena 16 anni. E presto si incontreranno.
Anna è ricoverata in rianimazione a Siena, e giovedì è stata estubata per procedere a un graduale risveglio. «È fuori pericolo. È in Terapia intensiva e risponde bene agli stimoli anche se ancora confusa causa farmaci: mi guarda, mi riconosce e stringe la mano; ma non ricorda niente di quella sera. Dato quello che le è capitato, però, siamo contenti di essere qui a raccontarla», premette la figlia, che poi racconta: «Quella sera ero con mio padre e non vedendo tornare mamma a casa dal lavoro ci stavamo preoccupando, quindi io e un amico abbiamo ripercorso la strada a ritroso. Finché non abbiamo visto i lampeggianti».
Sono le 20,45 e sul posto ci sono solo i carabinieri e i vigili del fuoco. E c’è la macchina, completamente distrutta contro il muretto di una casa; il tettuccio è stato segato. L’ambulanza è già arrivata all’ospedale. «Data la dinamica mamma doveva essere trasportata direttamente a Siena con Pegaso, ma aveva bisogno di essere intubata e viste le condizioni del suo volto era stato necessario portarla prima al Misericordia», precisa Barbara, che spiega: «Quello che è successo esattamente non lo sappiamo. Sappiamo che quella strada è brutta e buia e che lei era finita in fossa e poi, con un “effetto frusta”, si era schiantata contro il muretto di una casa. L’avevano trovata letteralmente appesa alla cintura di sicurezza, rannicchiata in posizione fetale: un taglio dall’occhio al mento, emorragia encefalica, una costola che ha ferito il polmone, un calcagno rotto e tanto altro ancora».
Nella strada buia e brutta, però, qualcuno deve pur avere allertato i soccorsi. Da qui il post per capire chi li ha chiamati o se qualcuno ha visto l’incidente, magari perché si trovava dietro di lei o è passato poco dopo: «Mi farebbe molto piacere poter parlare con quella persona per ricostruire meglio la dinamica oppure anche solo sapere se è rimasta qualche minuto con lei prima dell’arrivo dei soccorsi, e se mia mamma ha detto qualcosa. So che forse è una richiesta difficile, ma ci provo lo stesso», scrive mercoledì la figlia sui social. È al policlinico di Santa Maria alle Scotte, nel momento più buio, e ha bisogno di certezze: parte il tam-tam.
Passano le ore ma oltre alle testimonianze di affetto e di pronta guarigione, comunque preziose, non ci sono novità. Finché non arriva la telefonata: «Sono la madre di Carlo».
Le due donne possono parlare solo per pochi minuti, giusto il tempo di scambiarsi i recapiti e una sommaria ricostruzione dell’accaduto. «Lui stava passando di lì in motorino, si era accorto dell’auto e si era fermato. Si era avvicinato con il cuore in gola e aveva visto mamma, e aveva dato l’allarme; ed era rimasto lì, accanto a lei, finché non l’avevano fatta salire sull’ambulanza», racconta ancora Barbara, che poi aggiunge: «Da quel giorno, mi ha detto la madre, anche lui stava cercando me; o almeno una persona collegata allo schianto, per sapere come stava quella donna nell’abitacolo (vigile ma sotto choc, perdeva e riacquistava conoscenza) e per poter finalmente tirare fuori tutte le emozioni accumulate in quei lunghi minuti che si stava tenendo dentro da allora».
Ringrazia tutti coloro che sono intervenuti la figlia di Anna, insieme al giovane angelo di sua madre; che promette di incontrare presto, non appena possibile: «Lei è viva. Appena i medici ci diranno che il suo quadro si sarà stabilizzato voglio vedere Carlo e parlarci. Ancora non so né come né dove, non ho avuto modo di pensarci. Ma abbiamo tanto da dirci».
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