Si è spento Gianluca Bini, barman-chef di 61 anni: dalle orme del padre alla decisione di cambiare vita
Grosseto, in gioventù era stato anche un campioncino di sci. Il ricordo della sorella. Lascia la compagna e due figli
GROSSETO. «Se n’è andata la persona più buona del mondo». La sorella Francesca, tra le lacrime, ricorda così Gianluca Bini, morto questa mattina a 61 anni, dopo una malattia durata appena due mesi, che non gli ha dato scampo: la situazione era precipitata nella notte. «La vita se l’è goduta momento per momento – prosegue la sorella – Gli volevano bene tutti e lui ricambiava. Basta vedere quanti amici, quante persone sono passate a salutarlo per l’ultima volta all’obitorio del Misericordia».
Gianluca Bini era il primogenito di Giancarlo (morto nel 2019 a 78 anni) e Graziella, conosciuti in tutto il mondo per aver gestito l’albergo-ristorante Ombrone di viale Matteotti (il primo in città a prendere una stella Michelin) e fondatore dell’Ais Grosseto. E il piccolo Gianluca è vissuto insieme ai fratelli Riccardo, Silvia e Francesca (l’ultima arrivata) in mezzo a piatti gustosi e vini speciali.
Quell’amore verso l’enogastronomia, dopo gli studi al Fossombroni, lo aveva portato a seguire le orme del padre. «Non gli ha mai pesato l’ombra di babbo, era “il suo clone” – sottolinea Francesca – Amava quel lavoro e è andato avanti per quella strada, fino a togliersi grandi soddisfazioni».
Bini iniziò perfezionandosi con corsi di cucina e bar tender a Milano, Stresa e Londra, prima di entrare come barman delle prestigiose Terme di Saturnia, ma ebbe modo di mettere in mostra le sue qualità fino a diventare food&beverage manager della struttura. Con il passare degli anni, dopo aver fatto anche il maître di sala, decise di mettere a frutto gli anni di esperienza, andando a gestire ristorante dello Yacht Club di Castiglione della Pescaia. E dopo questa esperienza aprì anche un incantevole locale, Il Piccolino, nel centro storico di Grosseto, in via San Martino, nel quale dava sfogo alla sua creatività, proponendo piatti unici e vini imbattibili.
Nel 2017 decise però di cambiare vita e di approdare alla “13:e Protein Import Ab”, multinazionale svedese specializzata in alimenti funzionali, bevande e integratori sportivi e nutrizionali di alta qualità. «La sua scomparsa – dice Claudio Falciani, direttore operativo Italia – ha colpito tutti. Siamo un’azienda piccola, di dodici dipendenti e quando viene a mancare quello della scrivania accanto si sente la mancanza. Abbiamo già avvertito la direzione in Svezia che saremo chiusi per i funerali, ci teniamo a rimanergli accanto per l’ultima volta. Con Gianluca – prosegue Falciani – ci siamo ritrovati sette-otto anni fa, eravamo amici di vecchia data. Nella nostra società si occupava di commerciale, girava l’Italia ed era anche bravo. Lo ricorderò come una persona che sapeva vivere, un gaudente, un esperto di vini e cucina».
Bini, in gioventù, era stato anche un campioncino di sci, prima della frattura di tibia e perone che interruppe la carriera. «Teneva molto al fisico – precisa la sorella, di dodici anni più giovane – frequentava la palestra Fight Gym, nella quale era seguito da un suo amico fraterno, Giulio Bovicelli».
Bini lascia una compagna, Laura, due figli, Stefano e Giulia, e l’adorato nipotino Gianmarco. I funerali domani, giovedì 13 settembre, alle 15 nella chiesa di Santa Lucia a Barbanella, poi la cremazione al tempio di Sterpeto.
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