Funghi in Toscana, l’agronomo: «Può essere una stagione eccezionale». Ma c’è un errore da evitare
L’esperto Fabio Tanti è ottimista sulla racconta: «Niente fretta e occhio ai cambiamenti climatici»
GROSSETO. «Se verrà qualche altro giorno di pioggia e si avrà un po’ di pazienza, si preannuncia una stagione di funghi eccezionale». Fabio Tinti, apprezzato agronomo grossetano, si dice ottimista sulla nuova raccolta dei “tesori del bosco. «Sul Monte Amiata e a Sorano, zone nelle quali è piovuto maggiormente da qualche settimana, i funghi si trovano già a quote più basse, ma ci sono ottime premesse anche nella macchia grossetana, a Tirli, a Montebottigli o intorno a Roccastrada. Il terreno è già bagnato e può bastare anche un’altra bella pioggia per garantire un ottimo risultato. Ci sono le condizioni per una stagione lunga, che potrebbe comprendere tutto settembre e ottobre».
Tinti, dall’alto della sua esperienza, non si stanca di rinnovare l’invito alla massima attenzione agli appassionati: «C’è un malcostume da evitare – sottolinea – dopo una giornata di pioggia e qualche giorno di sole, i cercatori partono per il bosco. Bisogna sapere però che il fungo ha un suo periodo e serve pazienza, per non fare danni all’ambiente. Bisogna andare a cercare con criterio, con rispetto, meglio se in compagnia e non lasciare rifiuti».
Da inizio settimana a Villa Pizzetti è attivo, per un’ora al giorno dal lunedì al venerdì, lo sportello micologico, un servizio che può migliorare la raccolta e salvare anche la vita. «Il mio consiglio – dice Tinti – è di andare nell’ufficio dell’Asl. Gli esperti aiutano volentieri la cittadinanza: il loro compito è prevenire un avvelenamento, ma possono essere anche di insegnamento, se porti un fungo sul quale c’è qualche dubbio possono essere d’aiuto per riconoscere nuove specie commestibili. E se ci si sente dire che quel miceto è buono, la prossima volta lo raccoglie più volentieri».
In Maremma i porcini la fanno ancora da padroni. «Il cercatore è molto tradizionalista – aggiunge Tinti – ma di specie commestibili ne avrebbe tante a disposizione, magari con una cultura micologica più approfondita. Il primo comandamento è rispettare più specie, ma con un’informazione maggiore si può sapere che le specie sono tante e che hanno tanti usi culinari».
Anche la raccolta dei funghi è soggetta ai cambiamenti climatici. «Il porcino nero, una specie mediterranea, che viene raccolta in montagna, è un indice del cambiamento. C’è un problema di cui si parla pochissimo ma che invece comporta un grave danno alla nostra economia – fa presente l’esperto – la moria di querce e soprattutto di sughere, due alberi di specie mediterranea: specialmente la sughera, se cambiano le specie di funghi ospiti nelle radici, s’indebolisce, non ha più la necessaria protezione ed è soggetta all’ingresso di parassiti che la fanno ammalare».
Anche gli eventi eccezionali, come bombe d’acqua, non fanno certo bene ai funghi: «Sto seguendo le previsioni del Lamma Comune per Comune e ho notato che ci sono tanti comuni, nei quali dai primi di agosto sono caduti anche 160 millimetri di pioggia, dilazionati però in eventi da 40-50 mm, che hanno i risultati migliori. Nella pianura maremmana, nella quale si registrano 700-800 millimetri all’anno, se in un colpo solo ne cadono 100-120 in un’ora finisce per fare solo un danno per tutta l’agricoltura e non solo per i funghi».
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