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La tartaruga caretta caretta torna a nidificare nel Parco della Maremma: secondo nido a Cala Rossa


	A destra le tracce lasciate quest'anno, a sinistra la schiusa del 2024 (foto Federico Santino)
A destra le tracce lasciate quest'anno, a sinistra la schiusa del 2024 (foto Federico Santino)

L’evento conferma per il secondo anno consecutivo la costa grossetana come sito di nidificazione per la tartaruga marina

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GROSSETO. La tartaruga marina Caretta caretta ha scelto ancora una volta il Parco regionale della Maremma per deporre le sue uova. All’alba di lunedì 14 luglio, i volontari dell’associazione “Amici del Parco” hanno individuato un nuovo nido a Cala Rossa, confermando per il secondo anno consecutivo questo tratto di costa come sito di nidificazione per la specie protetta.

Il ritrovamento è avvenuto durante il monitoraggio quotidiano delle spiagge, che si svolge dal 1° giugno al 31 agosto. Nei giorni precedenti erano già state osservate tracce compatibili con la presenza di una tartaruga marina, che successivamente ha deposto le uova alla base della duna, a circa 30 metri dal mare, in una zona riparata dalle mareggiate.

A seguito della segnalazione, il personale del Parco e i ricercatori dell’Università di Siena coinvolti nel progetto europeo Life Turtlenest si sono recati sul posto per mettere in sicurezza l’area. È stata installata una griglia a terra contro i predatori, una recinzione per delimitare la zona e cartelli informativi per i visitatori. Inoltre, è stato posizionato un sensore per misurare temperatura e umidità, utile a stimare la data della schiusa, che dovrebbe avvenire tra 42 e 60 giorni.

«Per il secondo anno siamo riusciti, grazie al prezioso lavoro dei volontari, a individuare un nido di Caretta caretta sulle nostre spiagge», ha dichiarato il presidente del Parco, Simone Rusci, sottolineando come la presenza stabile di questi animali sia anche il frutto di una rete di collaborazione ben strutturata tra Parco, volontari e istituzioni scientifiche.

La nidificazione della Caretta caretta, specie protetta, è un evento delicato. La presenza di animali selvatici come volpi o gabbiani rappresenta una minaccia concreta, come accaduto pochi giorni fa in un altro sito tra Bocca d’Ombrone e Principina a Mare, dove un nido appena deposto è stato predato. Anche le attività umane possono mettere a rischio uova e piccoli: è quindi fondamentale non avvicinarsi, toccare o modificare l’area in caso di avvistamento.

Chi dovesse notare tracce di emersione – simili al passaggio di un piccolo cingolato – è invitato a contattare tempestivamente la Guardia Costiera (1530) o, se all’interno del Parco, i guardiaparco (333 6191686). Solo operatori autorizzati possono intervenire per la verifica e la messa in sicurezza del nido.

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