Grosseto piange Paolo Diciotti: una vita di solidarietà e amore
Medico, si è prodigato per aiutare i bimbi delle zone contaminate dopo Chernobyl. La moglie: «Abbiamo fatto tanti progetti anche in Bielorussia». In tanti lo ricordano
GROSSETO. La solidarietà ha scandito tutta la sua vita e adesso lascia un vuoto incolmabile. Grosseto piange Paolo Diciotti, presidente dell’associazione “Volontari per l’infanzia – Progetto Chernobyl”. Un uomo riservato che non amava che si parlasse di sé ma della sua associazione che tanto del bene ha fatto e continua a fare, con tutte le difficoltà che derivano dalla guerra, ai bambini della Bielorussia.
«La Maremma perde un uomo straordinario, che ha fatto della solidarietà una missione quotidiana – dice l’onorevole Pd Marco Simiani – Diciotti è stato il cuore e la mente dei “Volontari per l’Infanzia – Progetto Chernobyl”, grazie al quale per oltre vent’anni centinaia di bambine e bambini provenienti dalle zone contaminate della Bielorussia hanno trovato a Grosseto una seconda casa, accoglienza e calore umano. Il suo impegno non si è mai fermato. Con il più recente progetto “Bambini Esploratori”, Paolo ha voluto che anche i bambini di Grosseto avessero l’opportunità di conoscere e amare il loro territorio, favorendo inclusione, scoperta e crescita in un contesto comunitario e sereno. Un uomo buono, determinato, generoso – aggiunge Simiani – Il suo esempio è un’eredità preziosa che tutti dobbiamo custodire. Alla sua famiglia e a tutti i volontari e alle volontarie che ha guidato con passione, va il mio abbraccio più sincero».
«Abbiamo iniziato la nostra avventura con Legambiente – ricorda la moglie Antonella Gabellieri, che fa parte dell’associazione – e poi abbiamo fondato la nostra associazione che per moltissimi anni ha accolto i bambini della Bielorussia a Grosseto. La nostra associazione ha sempre fatto anche progetti in Bielorussia, tanto che Paolo andava spesso lì proprio per seguirli direttamente. Ancora oggi cerchiamo di fare il possibile anche se la situazione è diventata molto difficile ma ci proviamo».
Paolo Diciotti ha vissuto nella massima riservatezza e così se n’è andato, lasciando però chi lo ha conosciuto e apprezzato attonito e sconvolto. Chi gli è stato vicino per 27 anni è Romualdo Vigilucci. «Sono stato a fianco di Paolo per 27 anni – dice – in progetti ideati e sviluppati insieme per i bambini bielorussi e sono molto provato in questo frangente. La storia della nostra associazione è lunghissima e soprattutto ha prodotto notevoli risultati sotto il profilo quantitativo e qualitativo e quindi, a maggior ragione, il vuoto è tremendo».
«Paolo – commenta la consigliera comunale Cecilia Buggiani – è stato uno tra i primi che ha aderito alla proposta di Legambiente di ospitare i bambini dopo Chernobyl. È stato sempre tra i più attivi anche a livello organizzativo. Col passare del tempo, quando Legambiente ha sospeso l’ospitalità nelle famiglie, lui ha continuato, ha organizzato insieme ad altre famiglie, l’associazione prendendo direttamente contatti con le associazioni Bielorusse. È stato in Bielorussia molte volte perché oltre all’assistenza c’era la ricerca dei bambini che avevano bisogno e che magari non potevano permettersi di portare i ragazzi fuori dalle zone contaminate. Essendo un medico si è sempre interessato all’aspetto sanitario. Un’assistenza che si protraeva in progetti sanitari anche personalizzati per questi bambini. Ricordo quando dalla Bielorussia chiese due lavatrici e tutta Grosseto si mobilitò. È sempre stato vicino anche ai problemi sociali. Ha fatto sempre in modo che i soldi donati dai grossetani finissero ai bambini della Bielorussia. Ha continuato fino a pochi mesi fa e ha detto a noi di continuare il suo progetto. Un uomo schivo e chiuso non amante della pubblicità ma dotato di una sensibilità enorme».
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