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Incendi in serie in Maremma, patteggia 63enne di Scarlino: chi è, come è stata individuata e i roghi di cui è accusata

di Pierluigi Sposato

	Uno degli incendi
Uno degli incendi

È ritenuta responsabile di un incendio doloso nei pressi di un canile e di due tentativi: gli episodi avvenuti nel 2024

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SCARLINO. Era stata arrestata nell’estate dell’anno scorso, dopo l’installazione di un gps sulla sua auto e gli inseguimenti. Arrestata perché sospettata di essere l’autrice di diversi incendi o tentativi di incendio avvenuti in un arco ristretto di tempo, tra luglio e agosto. Roghi dolosi, appiccati anche relativamente vicino ad abitazioni o insediamenti produttivi. Stefania Ridolfi, 63 anni, scarlinese, ha deciso di non discutere le accuse e, assistita dall’avvocato Riccardo Lottini, ha patteggiato due anni (pena sospesa) all’udienza preliminare con il gup Giuseppe Coniglio.

Tre gli episodi contestati, anche se a far scattare le indagini erano stati quattro incendi precedenti. Ridolfi era imputata per quanto avvenuto il 10 agosto 2024, cioè il tentativo di appiccare il fuoco a un campo di sterpaglie a Campo Cangino di Scarlino (tentativo perché i residenti avevano impedito lo sviluppo); per quanto avvenuto il 9 agosto, questo qualificato come un incendio riuscito, per il rogo che distrusse mezzo ettaro di sterpaglie lungo la strada provinciale 60 verso il canile (lambito dalle fiamme) di Follonica, sempre nel territorio di Scarlino; per quanto avvenuto il 10 agosto, intorno alle 11,30 (il giorno dell’arresto), quando una donna era stata vista da un giovane uomo mentre cercava di dare fuoco al bosco delle Bandite con una bottiglietta di alcol e un accendino (poi trovati nell’auto di Ridolfi durante la perquisizione effettuata dai carabinieri, uno dei quali l’aveva seguita con la propria vettura), anche questo un tentativo.

L’estate dell’anno scorso era diventata un inferno in tutti i sensi. I residenti di alcune zone del territorio di Scarlino che avevano reclamato interventi più stringenti proprio sospettando la mano di un piromane. Il primo campanello d’allarme l’11 luglio, quando alle 13,40 sulla via delle Collacchie un mucchietto di sterpaglie aveva preso fuoco, a ridosso di un distributore di benzina, vicino la parcheggio dei bagnanti. Chi aveva spento le fiamme aveva riferito di aver visto una donna accovacciata che si era alzata di scatto: poco dopo le fiamme. L’uomo aveva fornito la descrizione dell’auto e della donna. Sempre quel pomeriggio, alle 16,30, i vigili del fuoco e i carabinieri erano intervenuti in via Donatori del Sangue, al Puntone, per un incendio che aveva ridotto in cenere 100 metri quadrati di sterpaglie. Il giorno successivo, un altro principio di incendio a ridosso dello stesso distributore, spento al gestore con un estintore e grazie all’aiuto di passanti: poco dopo le 19 si era presentata una donna che gli chiedeva acqua per spegnere un principio di incendio, partito da della carta bruciata.

I carabinieri avevano acquisito dalla polizia municipale i rilevamenti dei veicoli in transito in quei giorni e in quelle ore e avevano focalizzato la loro attenzione su una Ford Focus, appartenente proprio a Ridolfi. Qualche giorno dopo un altro incendio: 120 metri quadrati nel bosco, anche in questo caso era stata data la descrizione di una donna. Era il 5 agosto, poco prima delle 11, località in via Poggio Spedaletto: una testimone aveva notato una donna entrare nel bosco con il cane, pochi minuti prima.

A quel punto era stata autorizzata l’installazione di un rilevatore gps sulla Ford Fiesta di Ridolfi. Ma erano seguiti altri roghi, o tentativi di incendio. Come quello del 9 agosto, con allarme lanciato verso le 11,45, alla Botte di Scarlino, mezzo ettaro bruciato. Il localizzatore satellitare aveva registrato l’arrivo della Focus (ore 11,26) nel punto esatto di inizio dell’incendio, le telecamere avevano consentito di stabilire che alla guida c’era Ridolfi.

Il 10 agosto alle 11,30 un ragazzo in scooter aveva fermato un automobilista in transito sulla strada del Puntone, in località Meleta, e gli aveva riferito di aver fermato una donna con bottiglietta di alcol e accendino, impedendole di appiccare il fuoco. L’automobilista aveva visto e seguito una Focus vista passare, l’aveva vista fermarsi ma la conducente non era scesa se non dopo qualche minuto, accucciandosi vicino per poi risalire e allontanarsi. La descrizione corrispondeva e il rilevatore segnalava l’arrivo della Focus alle Bandite alle 11,27.

Così quel pomeriggio era stato stabilito un servizio di osservazione. Un brigadiere si era posizionato sotto casa di Ridolfi e l’aveva vista uscire verso le 19,15, dirigersi verso Follonica, sostare in Cassarello, ripartire verso Campo Cangino, sostare a ridosso della sterpaglia e aprire lo sportello dell’auto. Appena l’auto era ripartita, si erano levate le fiamme, a una decina di metri dalle abitazioni di via Parigi. Incendio spento anche dai residenti mentre il carabiniere seguiva la Focus fino al Puntone: qui l’aveva fermata, dalla perquisizione dell’auto erano spuntati fuori due accendini e un flacone spray con sostanza infiammabile. Era scattato l’arresto.

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