Capalbio, addio all'avvocato Leonida Calvisi: aveva 58 anni. Il ricordo del figlio
Di recente gli era stata diagnosticata una grave malattia. Il padre Mario era stato sindaco di Capalbio negli anni Ottanta
CAPALBIO. «Leonida Calvisi era una bella persona». È così che coloro che hanno conosciuto Leonida, “Leo” per gli amici, vogliono che sia ricordato. Perché così lui era. Calvisi, 58 anni, è morto venerdì sera dopo una malattia che gli era stata diagnosticata i primi giorni di gennaio. La sua morte ha lasciato nello sgomento un’intera comunità che lo conosceva e lo apprezzava non soltanto per le sue grandi doti professionali (era uno stimato avvocato) ma soprattutto per le sue doti umane. Un professionista affermato, serio, preciso, meticoloso che allo stesso tempo sapeva dimostrare grandissima umanità e correttezza con tutte le persone.
Calvisi lascia un figlio di 22 anni, Lorenzo. Lui ha voluto mettere nero su bianco i suoi pensieri affidandoli a uno scritto che ha fatto avere al Tirreno e di cui abbiamo preso alcuni stralci. Parole colme d’amore e di gratitudine per il rapporto che Lorenzo ha avuto fino alla fine col padre. Scampoli di vita, ricordi impressi nella sua mente e nel suo cuore di giovane uomo.
«Nella prima scena che mi viene alla mente – scrive Lorenzo – camminavamo a Porto Santo Stefano, in un tardo pomeriggio primaverile, di fianco alla banchina nei pressi dell’Acquario. Lo vedevo molto più alto di me, col giubbotto da motociclista e il casco in mano, e io contento, entusiasta per una visita all’Acquario, l’ennesima di una serie infinita, sicuro monotona per lui, ma sempre inedita per me bambino». Lorenzo riporta un altro ricordo: «Siamo sul lettone della casa di Carige, e giochiamo a “fare la lotta”. Io dovevo essere molto piccolo, perché mi lasciava saltar sul materasso senza timore che rompessi le assi. Gli davo delle bottarelle e lui, cinque o sei volte più grosso, fingeva di cedere, e poi passava al contrattacco, e non andava più in là del solletico».
L’ultimo ricordo citato è un momento struggente di parole non dette: «Siamo sul divano, è notte, non ci stiamo dicendo nulla, lui forse è stanco, forse non si accorge neanche di me. Io riposavo la testa sul pancione, e voglio dirgli qualcosa, qualunque cosa, ma le parole mi muoiono in gola».
L’avvocata Elisa Cappuccini non soltanto per anni ha avuto con lui lo studio legale a Capalbio, che Calvisi divideva anche con Camilla Tommasi, ma è anche sua cugina. La voce è rotta dal pianto e dalla commozione. «Posso solo dire che Leo era una bella persona – dice – persone buone ce ne sono ma lui era proprio una bella persona. Non credo che nessuno possa dire il contrario. Era talmente una bella persona che nemmeno i suoi avversari in Tribunale provavano a fargli degli sgambetti. Con lui non era possibile essere scorretti. Eravamo d’accordo che sarei andata a Capalbio durante le sue cure ma il male non gli ha dato nemmeno il tempo di provare a curarsi». Per Alessandro Continenza, Leo non era solo un avvocato sempre pronto a intervenire se c’era un problema ma era come un fratello. «Eravamo cugini – dice – ma siamo cresciuti insieme e per me era come un fratello. Mi ricordo io e lui abbracciati dalla nonna in attesa di avere l’uovo sbattuto. Una grande perdita umana e professionale. Lui era sempre disponibile. Un uomo sul quale si poteva contare sempre». Fra gli amici che lo hanno ricordato con affetto c’è l’ex sindaco di Capalbio Luigi Bellumori, che con Calvisi aveva diviso la scuola media e un’amicizia che era poi durata nel tempo.
«Era un professionista avvocato molto conosciuto a Capalbio dove aveva anche lo studio legale. Leonida era apprezzato per le grandi doti umane oltreché professionali – dice Bellumori – Era anche figlio maggiore di Mario Calvisi ex sindaco di Capalbio dal 1987 al 1990. Ironico, pungente: tratto tipico di chi è dotato di fine intelletto e grandi capacità. Estremamente cordiale e gentile. Abbiamo fatto le scuole medie insieme a Carige Alta. Già da studente rivelava un piglio acuto eccellendo in tutte le materie. Poi il ginnasio e il diploma classico a Orbetello e il percorso di laurea in Giurisprudenza fino all’esercizio della professione. Diritto penale, diritto civile, diritto amministrativo erano gli ambiti dove si muoveva con grande padronanza. Nel corso delle due legislature spesso è stato chiamato a supportare il Comune di Capalbio con incarichi specifici. Una perdita e un dolore grande per la cara Maria madre di Leonida, per Lorenzo il figlio e per tutta la numerosa famiglia. Una perdita per tutta la comunità che saluta commossa e sgomenta un uomo dell’altissimo profilo morale, professionale e umano. Per me – conclude Bellumori – la perdita di un caro amico».
Cordoglio e vicinanza alla famiglia è stata espressa anche dall’amministrazione comunale di Capalbio. Tantissimi i messaggi di cordoglio degli amici e dei conoscenti. Cordoglio personale e di tutta l’avvocatura grossetana è stata espressa dal presidente dell’ordine degli avvocati Alessandro Oneto. Calvisi, negli anni scorsi, aveva assunto l’incarico di avvocato di parte civile per la famiglia di Elena Madalina la ragazza uccisa dal marito con 28 coltellate proprio a Capalbio. Il funerale di Calvisi è previsto per oggi alle 15 nella chiesa Cuore Immacolato di Maria a Borgo Carige. La famiglia ha chiesto non fiori ma offerte all’associazione italiana sarcoma group.