Il Tirreno

Grosseto

L’omaggio

Pino Daniele, un parco per ricordarlo in Toscana: “Na Jurnata’e sole” sorgerà nella sua Maremma


	Il parco che sarà realizzato e Pino Daniele insieme alla compagna Amanda Bonini
Il parco che sarà realizzato e Pino Daniele insieme alla compagna Amanda Bonini

L’opera voluta dall’amministrazione per ricordare l'artista che amava questo angolo della regione

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MAGLIANO (GROSSETO). “Na jurnata’e sole”, cantava Pino Daniele. Così si chiamerà il parco che sarà realizzato nell’area verde tra via Turati e via XXIV maggio a Magliano e che appunto sarà dedicato al celebre cantautore partenopeo.

L’omaggio

Un modo per ricordarlo e celebrarlo a dieci anni dalla scomparsa, avvenuta il 4 gennaio 2015. Pino Daniele aveva scelto proprio Magliano in Toscana come sua dimora d’elezione. «Un uomo e un artista che ha amato molto il nostro territorio e che abbiamo deciso di ricordare con una serie di iniziative», sottolinea il sindaco Gabriele Fusini. Tra tutte, l’intitolazione dell’area verde pubblica. «Abbiamo deciso di ricordare Daniele – spiega il sindaco – in un luogo che, speriamo, diventi sempre più punto di ritrovo della nostra comunità: con il progetto di riqualificazione, nel parco saranno installati attrezzi per svolgere attività fisica e nuovi arredi urbani, con l’obiettivo di rendere gradevole per le persone, di età diverse e con interessi vari, la permanenza all’aria aperta. Ad ognuna delle dieci postazioni di fitness sarà abbinato un codice QR che, una volta inquadrato, permetterà di riprodurre sul proprio smartphone un brano dell’autore e rivivere così la sua straordinaria arte». Queste le dieci canzoni scelte che i frequentatori del parco potranno ascoltare: “Napule è”, “Je so’ pazzo”, “Quanno chiove”, “Che male c’è”, “Quando”, “Io per lei”, “’O scarrafone”, “Basta’na jurnata’e sole”, “Terra mia”, “Back home”.

L’opera e gli appuntamenti

L’intervento di riqualificazione dell’area, del valore di oltre 62mila euro, è stato, recentemente, affidato a una ditta e inizierà nelle prossime settimane. Inoltre il prossimo sabato, 11 gennaio, alle 17,30, nella sala espositiva di via Garibaldi 1-3 il giornalista Pietro Perone, caporedattore del Mattino, presenterà il suo libro “Pino Daniele. Napoli e l’anima della musica, dal mascalzone latino a Giogiò” (edizioni San Paolo) in un evento che vedrà la partecipazione, oltre che del sindaco e dell’amministrazione comunale, anche dell’ultima compagna di Daniele, Amanda Bonini, del critico musicale del Mattino Federico Vacalebre e la giornalista di Huffpost Federica Fantozzi. “Napoli e l’anima della musica dal Mascalzone latino a Giogiò di Pietro Perone” (Edizioni San Paolo) è un viaggio nella Napoli di ieri e di oggi attraverso i brani di Pino Daniele che continuano a parlarci del presente. Le più “carte sporche” di una città amata e criticata senza mai perdere la speranza nel cambiamento. Il racconto dei luoghi, sospesi tra colera e terremoto, in cui lo straordinario artista trova ispirazione per le prime, intramontabili canzoni di sferzante denuncia. Poi, momento per momento, lo storico concerto del 1981 con duecentomila giovani arrabbiati e sognanti, ma anche le molte delusioni patite in una metropoli rivelatasi troppo spesso matrigna, motivo per cui Pino Daniele sceglie di allontanarsi e ora le sue ceneri sono custodite a Magliano in Toscana. Un omaggio a un poeta della modernità, che sognava di tornare nei suoi vicoli, “a casa di mammà”, come spesso ripete sulla spiaggia di Sabaudia durante brevi ma intensi dialoghi con l’autore. Finalmente in una Napoli libera e non più illuminata da un “sole amaro”, luogo in cui un musicista ventiquattrenne, Giovanbattista Cutolo, detto Giogiò, viene ucciso senza un perché. Muoveva i primi passi della carriera proprio negli stessi vicoli in cui è partita la straordinaria avventura umana e artistica del “Mascalzone latino” che in Faccia Gialla si rivolge a San Gennaro, preghiera laica per chiedere al Santo patrono di liberare la propria terra dalla camorra. Brano scritto nel 1989 quando Daniele intuisce la deriva, anche culturale, della sua città.

Pino, simbolo intramontabile di più generazioni poi tradite dalla politica e forse sconfitte dalla storia, ma che non smettono di credere che arriverà l’aurora.

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