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Le terme Leopoldine immerse nel degrado: viaggio nel gioiello dimenticato di Roselle

di Maurizio Caldarelli
Le terme Leopoldine immerse nel degrado: viaggio nel gioiello dimenticato di Roselle

Il presidente della Pro Loco fa il punto sulla struttura tra sogni e varie criticità «Sarebbe bello riaprire le otto vasche, ma per ora basterebbe tenere in piedi l’edificio»

23 dicembre 2023
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Benvenuti nel mondo del degrado. Il presidente della Pro Loco Roselle, Alfonso De Pietro, apre per la prima volta le porte delle Terme Leopoldine, che il granduca Leopoldo II di Lorena mise a disposizione della popolazione nel 1824, per evidenziare le criticità di una struttura che, se riqualificata, darebbe sicuramente un valore aggiunto a tutto il territorio comunale.

«Il sogno sarebbe di riaprire le otto vasche termali, delle quali è visibile solo una (altre sono state tombate negli anni Ottanta) – sottolinea De Pietro –, ma per il momento basterebbe che l’amministrazione comunale, proprietaria dello storico edificio, ci aiutasse a tenerlo in piedi, perché da qualche tempo la situazione è diventata davvero insostenibile». Alfonso De Pietro, Cinzia Machetti, Paolo Roghi, Salvatore Cammarasana e Andrea De Pietro, cinque dei dieci consiglieri Pro Loco, raccontano di aver fatto presente lo scorso 28 marzo all’amministrazione comunale, con una comunicazione inviata via pec al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, all’assessore ai lavori pubblici Riccardo Ginanneschi e all’ingegnere del servizio patrimonio, l’urgente bisogno di manutenzione straordinaria delle Terme Leopoldine.

«L’integrità del prestigioso fabbricato – spiega il presidente – viene minato da infiltrazioni d’acqua sui soffitti e pareti del primo piano, con ammaloramento degli intonaci: l’acqua che filtra dal solaio ha perfino riempito le plafoniere; gli intonaci esterni sono degradati; gli infissi mostrano segni di invecchiamento e alcuni sono stati danneggiati dalla caduta del pino dell’adiacente giardino del febbraio 2022; si è creato un avvallamento di oltre 20 centimetri di profondità con un’estensione di de metri quadrati che si è creato esternamente al portone principale». «Siamo stati costretti a togliere la cucina – prosegue la tesoriera Machetti – perché dopo ogni pioggia si allaga il pavimento e il muro di una delle vasche sta venendo giù».

Il consiglio della Pro Loco, in carica dal 1° dicembre 2021, ha proposto al Comune di effettuare i lavori, stimati in 3mila euro, compresa la sistemazione della guaina del tetto, compensando il debito esistente con l’amministrazione. «Ogni anno – viene sottolineato – il Comune richiede 1. 488 euro di canone annuale. Per cui abbiamo proposto di effettuare noi i lavori, in cambio delle rate 2023 e 2024. Stiamo aspettando una risposta: la manutenzione ordinaria purtroppo non basta più». «Settimanalmente – aggiunge lo storico consigliere Paolo Roghi – provvedo alla pulizia del guano dei piccioni nella vasca grande dello stabilimento termale, nella quale continua a sgorgare acqua a 37-38°, ma tutto quello che vedete lo ha fatto la Pro Loco nel corso degli anni. A seguito del fallimento della Roselle Terme l’edificio era in malora e l’abbiamo rimesso in piedi rimboccandosi le maniche, con il solo scopo di dargli dignità e per farlo continuare a rimanere un punto di riferimento per la comunità».

Le Terme ospitano tra l’altro le sedi di Maremma cultura popolare, I carbonai di Maremma, il Coro degli Etruschi, l’orchestra sociale, messa insieme all’Agimus di Gloria Mazzi e alla Fondazione Crf, rivolta a 15 bambini disagiati della frazione, dai 4 ai 12 anni; l’associazione teatrale e la Maremma Social Rugby.

«Fino all’anno scorso – ricordano Andrea De Pietro e Salvatore Cammarasana – organizzavano eventi per la frazione, dal Babbo Natale, alla Befana, dai tornei di briscola alle feste di compleanno, alla visita ai ruderi del Palazzo vescovile, ma da quando ci hanno fatto smontare il gazebo esterno siamo fermi. Con i soldi che abbiamo o facciamo i lavori o paghiamo il canone», fanno notare.


 

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