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Roccastrada, paese in lutto per lo storico fornaio. Il figlio: «Mi ha insegnato l’umiltà»

di Maurizio Caldarelli
Roccastrada, paese in lutto per lo storico fornaio. Il figlio: «Mi ha insegnato l’umiltà»

Il commosso ricordo del figlio Andrea, attore e regista

10 giugno 2023
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ROOCCASTRADA. Il borgo ha perso giovedì pomeriggio il contagioso sorriso di Alfio Muzzi, storico fornaio del paese, che si è spento all’ospedale Misericordia di Grosseto a 85 anni dopo una lunga malattia.

Ieri gli amici lo hanno salutato all’obitorio grossetano, mentre in centinaia hanno commentato con messaggi pieni d’amore il post pubblicato dal figlio Andrea. «È stato un babbo straordinario – dice l’attore e regista – che mi ha trasmesso i valori che mi servivano nella vita, insegnamenti che mi sono portato sempre dietro, con orgoglio. Mi ha insegnato a costruire il futuro con la forza delle proprie mani, mi ha insegnato l’umiltà, che è ben diversa dalla modestia. Aveva un cuore grande e forte, che ha messo davanti a ogni cosa. E quel cuore gli ha permesso di affrontare sempre con il sorriso le difficoltà degli ultimi anni. Anche nella sedia a rotelle, nelle ultime ore della sua vita ha regalato quel sorriso all’amore della sua vita, Aidè, ai suoi tre figli e ai nipoti».

Andrea Muzzi, che ha iniziato la sua carriera negli anni Novanta, non ha mai dimenticato Roccastrada: «Per me sarà sempre casa, ma è la Maremma che ti fa un tatuaggio indelebile, a tinte forti. Io resterò per sempre il figlio di un fornaio, il figlio di un uomo che lavorava 18 ore al giorno e anche di più. Quando una frana gli portò via il primo forno lui non si perse d’animo e, con il terzo figlio in arrivo, accese un altro mutuo per il locale che esiste ancora oggi in via Nazionale e andò avanti, dormendo talvolta anche due ore a notte».

Del padre ricorda che da ragazzo «lo vedevo pochissimo, quando tornavo dalla discoteca e lui andava a preparare il lavoro del giorno, però mi ha dato davvero tanto».

Alfio Muzzi era maremmano Doc. Il suo mondo era Roccastrada e non aveva altre passioni, oltre alla famiglia. «Era legatissimo al suo paese, al massimo era andato a Civitella. Dopo aver ceduto il forno al nipote Sergio Nelli coronò però un suo sogno, acquistare un pezzo di terra, nel quale mio nonno faceva il mezzadro. Era un terreno isolato, nella macchia, frequentato dai cinghali, nel quale trascorreva le sue giornate. Lo aveva recintato per coltivare viti e olivi», racconta ancora il figlio

E ricorda un vecchio episodio: «Guardava i miei film, lo colpivano e lo emozionavano. Voglio raccontare quello che successe a Pistoia, la prima volta che andai in scena in uno spettacolo di Alessandro Benvenuti. Prima dell’inizio, a luci spente, si sentì arrivare dalla platea un “Maremma cane impestata”. Era mio padre. Faceva un po’ resistenza ma era contento di venire a vedermi».

Andrea Muzzi ha pronto anche un regalo per babbo Alfio: «Nel prossimo film “Il tempo delle mele cotte” c’è un personaggio malato che ha un sogno. È la dedica che faccio a mio padre: è lui quel sogno».

Alfio Muzzi, lascia la moglie Aidè, sempre al suo fianco, e i tre figli: Amedeo, che vive a Roccastrada, Andrea e Franco, che abitano in provincia di Firenze. Funerali oggi alle 15,30 nella chiesa del paese, «dove abbiamo fatto la comunione e la cresima e che si trova sopra a casa nostra», conclude Andrea.

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