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La discussione sul bullismo in consiglio non piace alle minoranze: «Pagina fra le più brutte»

La discussione sul bullismo in consiglio non piace alle minoranze: «Pagina fra le più brutte»

«Si affrontava un tema serio» commentano Pd, Gac e M5s

25 marzo 2023
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GROSSETO. Nel consiglio comunale di giovedì scorso le opposizioni avevano portato in discussione una mozione “Solidarietà alla segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein, adozione del Manifesto della comunicazione non ostile, progetto educativo contro il body shaming”, presentata dai capigruppo consiliari Davide Bartolini (Pd), Carlo De Martis (Grosseto Città aperta) e Giacomo Gori (Movimento 5 stelle). La mozione è stata bocciata e ora proprio i tre capigruppo commentano quella scelta, esprimendo la loro amarezza nel merito e nel metodo: «Il sindaco e la sua maggioranza – dicono Bartolini, De Martis e Gori in una nota congiunta – hanno scritto una delle pagine più brutte della storia della nostra assemblea cittadina, respingendo il progetto avanzato dalle opposizioni contro bullismo e body shaming, fenomeni che nella vita reale di migliaia di ragazze e di ragazzi costituiscono un dramma quotidiano».

I tre capigruppo ripercorrono i fatti recenti, che hanno coinvolto proprio il sindaco e proprio a proposito di questi temi. «È ancora fresca la memoria degli insulti rivolti via social da Vivarelli Colonna contro la segretaria del Partito Democratico, che hanno inteso colpire Elly Schlein innanzitutto per il suo essere donna, ricorrendo ad allusioni sessiste che sottintendono un’idea di mercificazione della figura stessa della donna, ma che hanno inteso colpirla anche in ragione del suo aspetto fisico, ricorrendo a tipiche pratiche di body shaming. Insulti che hanno ricoperto di vergogna tutti noi grossetani e che hanno manifestato, insieme all’inadeguatezza di Vivarelli Colonna a ricoprire il ruolo di primo cittadino, la sottovalutazione del ricorso alla violenza verbale sul web».

È a partire da qui che Pd, Gca e M5s avevano proposto in consiglio comunale «un progetto educativo integrato rivolto ai giovani per accrescere la sensibilizzazione e la conoscenza rispetto alla comunicazione in rete e supportare le vittime di bullismo e body shaming. Ebbene, questo tema è stato accolto tra le file della maggioranza con battute e sghignazzi. Abbiamo ascoltato consiglieri che non hanno avuto remore a qualificarlo come “ridicolo”, altri che hanno auspicato il ritorno alle “cinghiate” quale metodo educativo per i più giovani, nel mentre il sindaco come al solito cuor di leone (da tastiera) ancora una volta è sfuggito al dibattito, omettendo di intervenire salvo bofonchiare ogni tanto qualche offesa all’indirizzo del relatore di opposizione di turno».

Per le opposizioni, invece il tema in discussione è, purtroppo, tutt’altro che ridicolo. «Sono tantissime le ragazze e i ragazzi che ogni giorno, specialmente in rete, sono vittime di body shaming, una modalità particolarmente odiosa di bullismo che costituisce una vera e propria forma di violenza capace di provocare grandissime sofferenze. Secondo un’indagine riportata sulla piattaforma “Generazioni connesse”, facente capo al Ministero dell’istruzione, quasi nove adolescenti su dieci dichiarano di essere stati vittime almeno una volta di body shaming, e per circa tre su dieci è praticamente un fatto quotidiano ricevere offese sul proprio aspetto fisico che hanno il potere di far sviluppare vergogna o disagio. Uno degli effetti più evidenti di una così ampia diffusione di questi comportamenti la si può riscontrare nel pessimo rapporto che molti giovani hanno con il proprio corpo: circa uno su quattro ammette di non riuscire a guardarsi nudo neanche quando è da solo e, va da sé, ciò si riverbera in modo ancor più problematico di fronte a un ipotetico partner. E non è tutto, perché le conseguenze per chi è vittima o è stato vittima di body shaming si ripercuotono anche su ulteriori profili: ansia, bassi livelli di autostima, e, in casi gravi, disturbi alimentari come bulimia o anoressia, fino anche a forme di autolesionismo». M5s, Gac e Pd ricordano come pochi minuti prima quella stessa aula consiliare avesse ospitato gli studenti che hanno partecipato al progetto “Con ogni mezzo”, volto a esaltare il concetto della libertà di comunicare. E nell’occasione quegli stessi studenti avevano lanciato un appello alla responsabilità digitale, rimarcando l’importanza di non banalizzare mai gli episodi di violenza verbale. «È esattamente in questo senso che andava la nostra proposta, per affiancare alle già numerose e meritorie iniziative che esistono sul tema, come ad esempio “SmartBus”, che farà tappa nella nostra città nei prossimi giorni, un progetto strutturato e di ampio respiro, che avrebbe visto il Comune di Grosseto capofila di una rete nella quale sarebbero stati coinvolti in primis il Coeso e le istituzioni scolastiche, capace di raggiungere l’intera cittadinanza».

Quel che resta, per le opposizioni, «è invece lo spettacolo indecoroso, fissato a futura memoria sul canale YouTube del Comune di Grosseto, che ieri il sindaco ed i suoi consiglieri hanno regalato ai grossetani. Lo spettacolo di una classe politica che ha annunciato addirittura di voler entrare nelle scuole per dare insegnamenti di politica ed educazione civica».

Con l’invito sarcastico in coda: «Caro sindaco, ci faccia una cortesia, stia lontano dalle nostre ragazze e dai nostri ragazzi, non hanno bisogno della sua educazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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