Baldi, un fisioterapista di Grosseto al World Baseball Classic
Fa parte dello staff azzurro al mondiale professionistico a Taiwan
GROSSETO. Massaggiatore, fisioterapista, équipe manager. Questo e altro è Massimo Baldi, l’unico grossetano nello staff azzurro del 5° World Baseball Classic, il mondiale professionistico, che sta consumando la prima fase sui diamanti di Taichung (regione centro-occidentale dell'isola di Taiwan), Tokyo, Phoenix e Miami.
Dopo aver giocato in Florida, Canada, Arizona e Messico, l’Italia di Mike Piazza quest’anno è stata inserita in un girone di ferro che si disputa in estremo oriente, a Taiwan. «Questo è il mio quarto Classic dopo quelli del 2009, 2013 e 2017 – sottolinea Baldi – ma è la sesta volta che vengo a Taichung e sono contento, me la sento anche un po’ mia questa città».
Grazie al Wbc, ormai quasi quindici anni fa «ho scoperto il vero professionismo e da lì è iniziata la mia mania di perfezione», racconta il grossetano, e aggiunge: «Ogni edizione è speciale, ma non potrò mai dimenticare la gioia provata nel 2013 quando abbiamo passato il primo turno, e siamo andati a Miami, sfiorando la qualificazione alle semifinali».
Baldi è una sorta di re dello spogliatoio: è il primo andare al campo, per preparare il materiale sanitario, quello da gioco ma anche le bevande e gli snack per i giocatori, prima di effettuare qualche massaggio di riscaldamento o di preparare un bendaggio. «Le mie sono giornate intense – sorride – ma lo faccio volentieri, il lavoro che mi è stato affidato mi piace. In questo Classic, faccio parte di un gruppo di tre massaggiatori scelti dalla Major League baseball, ma sono anche il responsabile dell’abbigliamento tecnico sportivo, in accordo con il brand Erreà. Sono sempre l’ultimo a rientrare in hotel, ma molto spesso la mia giornata non finisce lì».
Baldi, che per anni ha lavorato al fianco del manager Marco Mazzieri, che lo ha voluto nello staff, e del preparatore atletico Gianni Natale, è un’istituzione nella Fibs. E anche il manager Mike Piazza, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, si affida alla sua professionalità.
«Il gruppo azzurro che sta disputando questo Classic – aggiunge Baldi – è molto affiatato, e ha forse anche troppa voglia di mettersi in evidenza. I ragazzi che hanno origini italiane, ma che provengono dal mondo statunitense, si sono amalgamati con il gruppo di chi è nato nel nostro Paese».
«La coesione dello staff – prosegue – si è vista nella vittoria contro la superpotenza Cuba, un successo dal sapore storico, che ci ha fatto pensare di poter giocare un torneo importante. Taiwan, di fronte a 20mila persone in un catino infernale, ha frenato il nostro entusiasmo in una partita bellissima. La sconfitta è stata accettata male, non è stata metabolizzata e così è arrivato, dopo poche ore, il ko con Panama».
E infine conclude: «Adesso siamo con le spalle al muro. Ci attende la sfida con l’Olanda, che per noi ha la stesso valore di Boston Red Sox-New York Yankees per gli statunitensi. Dobbiamo vincere per sperare nel 2° turno, ma anche per evitare l’ultimo posto e dover disputare le qualificazioni per il 2026. Le qualità tecniche non ci mancano, basterà cambiare atteggiamento».