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Agriturismo e cavalli: la scommessa di due fratelli agricoltori a Talamone

Agriturismo e cavalli: la scommessa di due fratelli agricoltori a Talamone

Vittoria e Guglielmo De Franceschi: «Siamo la quinta generazione che gestisce quest’azienda. Prima di arrendersi, dobbiamo provarle tutte»

26 febbraio 2023
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TALAMONE. Quando si pensa all’agricoltura, la prima immagine che salta alla mente è il contadino con la camicia a quadri, il cappello di paglia e la zappa a portata di mano. Ma il mondo cambia, si evolve. Come in qualsiasi settore, anche nel mondo dell’agricoltura c’è – e c’è stato – il ricambio generazionale: le imprese passano dai genitori ai figli; gli “anziani” vanno in pensione e subentrano le “nuove leve”, o nascono imprese tutte nuove. E in provincia di Grosseto ci sono tanti giovani imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di scommettere sulla natura, sull’agricoltura, sulla vita di campagna.

È il caso dei fratelli Vittoria e Guglielmo De Franceschi, che portano avanti la loro impresa agricola a Talamone. All’agriturismo “La Valentina nuova” ognuno si occupa di un settore: Paola Petrilli, la mamma, dell’agriturismo. La 32enne Vittoria De Franceschi si occupa principalmente di ciò che riguarda l’attività equestre, dalla scuola alle visiste guidate con i cavalli. Guglielmo, invece, ha 24 anni e si dedica per lo più alla gestione dei campi e dell’attività agricola in senso stretto. Cosa ha spinto questi due fratelli a continuare a lavorare e a investire in un settore così complicato?

«La passione», assicura Vittoria. «Siamo la quinta generazione che gestisce quest’azienda, e mi dispiacerebbe da morire vederla finire in mano di qualcun altro. Prima di arrendersi, dobbiamo provarle tutte».

La 32enne si occupa per lo più dei suoi cavalli: organizza visite guidate a cavallo e ha una scuola di equitazione etica, con i cavalli condotti senza morso in bocca. «Secondo me, alla base ci deve essere il rispetto dell’animale. Bisogna guardare alle sue esigenze», dice.

Proprio seguendo questa idea, lei e la sua famiglia avevano cercato di dare vita anche a un piccolo allevamento ma, purtroppo, è durato poco a causa delle predazioni. Il suo podere si trova proprio nell’area del Parco della Maremma, per questo ci sono tanti animali nei dintorni. «Avevamo quattro capi di bestiame. Per me, l’animale deve vivere libero e felice, quindi li tenevo allo stato brado. Ma poi è stata attaccata una manza e la mattina ritrovavo le ossa dei vitellini. Prima di rinchiuderli dentro una stalla, ho preferito cederli a un’altra azienda».

De Franceschi racconta anche di aver cercato di chiedere rimborsi per gli animali uccisi dai predatori, ma non le sarebbero stati garantiti perché, non avendo un impianto di videosorveglianza, non sarebbe stato possibile stabilire se si trattasse effettivamente di attacchi predatori. «Non posso mica tappezzare dieci ettari di oliveto con le telecamere», dice ancora. «È inutile lamentarsi degli allevamenti intensivi se poi non si aiutano le realtà che cercano di tutelare il benessere degli animali».

Ma i predatori non sono gli unici animali ad aver creato problemi ai fratelli De Franceschi. Lo scorso anno, la loro raccolta delle olive è stata rovinata dagli storni che hanno attaccato l’oliveto. È capitato anche che la selvaggina abbia distrutto i loro campi, addirittura il giorno prima che iniziasse la raccolta.

«I cinghiali ci hanno distrutto i campi di girasole», racconta ancora Vittoria. «Se si abbina qualche altra attività all’agricoltura, come stiamo facendo noi, si è un po’ più tranquilli. È difficile fare affidamento solo sulla terra, soprattutto con il clima in continuo cambiamento».

E i bandi europei e statali aiutano? Due anni fa, lei e suo fratello avevano provato a partecipare a un bando per il primo insediamento dei giovani, ma alla fine hanno rinunciato, perché i soldi che avrebbero dovuto spendere erano di più rispetto a quelli di cui, alla fine, avrebbero beneficiato. «Ci sono, ma spesso sono scritti in maniera molto complicata e non danno una mano alle aziende in difficoltà, perché prevedono investimenti pagati dall’azienda stessa, alla quale saranno poi restituiti i soldi o parte di essi in seguito, a volte anche dopo anni. Per ottenere punteggi più alti, poi, bisogna fare spese extra».  

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