Il Tirreno

Grosseto

Due gazebo del Pd per votare sì

di Enrico Pizzi

Referendum: rush finale in centro con il segretario regionale Parrini e il commissario Gazzetti

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GROSSETO. Due gazebo del Pd presidieranno per l’ultimo mese di campagna referendaria il centro storico di Grosseto. A dare il via alla corsa finale dei democratici verso il referendum costituzionale è intervenuto il segretario regionale del Pd, Dario Parrini, che insieme al segretario provinciale Marco Simiani e al commissario dell’Unione comunale Francesco Gazzetti, ha aperto ufficialmente i gazebo, alla presenza anche del parlamentare del Pd Luca Sani e del capogruppo in consiglio regionale Leonardo Marras.

«Questo referendum - ha subito precisato Parrini - non è sul Pd o sul governo, è un referendum sul futuro dell’Italia, perché con questa riforma noi possiamo rendere la vita più facile alle imprese e ai cittadini e permettere all’Italia di fare un passo avanti. Se questa riforma non passa - ha sottolineato - nessun’altra sarà possibile nei prossimi 10 anni».

L’invito di Parrini ai cittadini è a informarsi bene sui contenuti del quesito referendario. «Se si guardano i contenuti - ha detto - non c’è partita con chi dice no, perché è evidente che non si può volere che rimangano le due Camere con gli stessi poteri, che si bloccano a vicenda, che rimangano le Province e il Cnel, che i rapporti tra Stato e Regioni restino tra i più confusi in Europa, non si può volere che il numero dei parlamentari, 945, non si abbassi a 730. Il sì - ha aggiunto - ha dalla propria parte la forza degli argomenti, della ragione e della passione, quelli che sostengono il no, naturalmente, cercano di buttarla in caciara, di parlare d'altro, di trasformare questo referendum in ciò che non è».

Poi Parrini si trasferito all’hotel Airone, dove il Centro Democratico ha organizzato un incontro al quale è intervenuto Bruno Tabacci, insieme a Gianfranco Chelini e allo stesso Parrini, con Marras e Sani. Tabacci ritiene necessario che la campagna referendaria si svelenisca.

«È un tema - ha detto - che va visto con sobrietà e affrontato anche con il dovuto equilibrio, senza immaginare conseguenze drammatiche in un senso o nell’altro. Che il Paese avesse reclamato da tempo una profonda riforma della propria Carta costituzionale, per la parte seconda è un fatto, non è una cosa che ci siamo inventati».

La riforma non sarà perfetta, ma «quello che è venuto fuori - ha aggiunto Tabacci - è un prodotto che porta delle semplificazioni anche se non giurerei che sia il prodotto migliore possibile. Però tornare indietro è peggio». Negativo, per Tabacci, il fatto che il referendum appaia come un pro o contro il governo. «È stata un po' l'iniziativa di Renzi - ha detto - che ha portato su di sé una sorta di ordalia, e questo è un elemento negativo, però purtroppo è avvenuto. Credo che si debba tenere in evidenza la separatezza: più si separano i concetti e meglio è».

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