Il Tirreno

Grosseto

Addio a Ennio Busonero

Addio a Ennio Busonero

Grosseto piange l’artista. Il pittore se n’è andato all’età di 85 anni, lascia la moglie e due figli «Il suo orgoglio era la grande mostra al Cassero Senese, allestita nel 2008»

23 gennaio 2012
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Grosseto piange Ennio Busonero. Il pittore è scomparso la scorsa notte all'età di 85 anni. Da alcuni giorni era ricoverato all’ospedale Misericordia di Grosseto per un improvviso peggioramento delle condizioni di salute, che però, spiegano i familiari, faceva pensare a un epilogo tragico.

Lascia la moglie, Ivana Brunelli, i due figli, Mario e Alessandro, e le nipoti, Ilaria e Alessia.

Nato a Grosseto il 25 giugno 1927. Autodidatta, Busonero si avvicina alla pittura negli anni ’40 a Bolgheri, dove è sfollato con la famiglia per la guerra.

Il primo ambito di interesse è la pittura di paesaggio, dove compie ricerche e sperimentazioni formali, un modo di dipingere lontano dalla tradizione naturalistica e macchiaiola.

Nel 1950 è ad Aix en Provence, dove si misura con Cézanne, e a Marsiglia. Dopo tre anni Busonero torna in Italia e si lega al pittore espressionista Alfredo Fabbri. A partire da quel momento - siamo alla metà degli anni Cinquanta - inizia ad esporre con continuità e nel 1958 tenta il gran salto nella capitale.

A Roma frequenta la cerchia del pittore Giuseppe Sciortino e conosce altri importanti artisti dell’epoca grazie ai quali nella sua opera cominciano a insinuarsi istante sempre più astratte.

«Dalle Momocromie - spiega Mauro Papa, direttore del Centro Documentazione Arti Visive del Comune di Grosseto - Busonero approda al fondamentale ciclo delle “Bozze di pipa”... La sua pittura si fa sempre più evanescente e aniconica e anche nelle vedute si perde ogni riferimento naturalistico». In controtendenza rispetto alle esperienze nazionali delle neoavanguardie, Busonero torna a rivolgere lo sguardo al passato con il ciclo dei “Fossili”.

Espone in tutta Italia e dal 1969 al 1975 la Rai promuove la sua opera nel programma “Cronache italiane per le arti e le lettere”.

Nel 1975 Busonero torna a Grosseto, dove diventa esponente di spicco del movimento artistico e culturale locale. Negli anni Ottanta inaugura il ciclo dedicato agli “Etruschi”, quindi quello degli “Animali nelle grotte”.

A partire dal 1985 il suo ambito di intresse è il Sacro. Nel 1997 Busonero viene insignito pubblicamente del riconoscimento "Benemerito della Maremma" per le arti figurative.

Numerose sono le mostre a Grosseto, tra le più recenti la personale alla galleria d’arte “38” nel 1995 e nella sala d’arte Pascucci nel 2005.

Fino alla grande mostra antologica del 2008 al Cassero con l'esposizione delle opere di 60 anni di carriera artistica, dai primi dipinti realizzati ancora quindicenne nel 1939 fino al 2008.

«Ne era molto orgoglioso - ricorda il figlio Mario - e adesso ne rimane un un video, quello che veniva proiettato durante la mostra, che lo ritrae con le sue opere e i suoi amici».

Busonero ha continuato a dipingere fino all’ultimo. «Le ultime opere - ricorda Mario - erano soprattutto schizzi; ultimamente si era dedicato molto alla ritrattistica e per l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia aveva realizzato un ritratto del Papa».

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