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Calcio: Serie A

Fiorentina, Gudmundsson è un affare o un flop? Dietro agli infortuni c'è...la Joya

di Mario Neri
Albert Gudmundsson in azione con la maglia viola
Albert Gudmundsson in azione con la maglia viola

I troppi stop impongono alla Viola una riflessione: potrebbe non riscattarlo dal Genoa

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FIRENZE. Forse il senso della stagione di Gud è tutto lì, in quel gesto di rabbia non trattenuto a pochi minuti dal suo ingresso con il Como. È appena planato a terra dopo aver provato un’elevazione, Caqueret l’ha sbilanciato e non ha potuto evitare il tonfo. Una botta all’osso sacro, che lo terrà fuori per settimane. Se ne accorge subito, e sbatte rabbiosamente le mani sul trerreno. Ancora una volta Not so Gud. Il numero 10 dovrà restare fuori, out, lontano dal campo.

Incompiuto

E quella reazione insieme all’immagine di lui che poco dopo chiede il cambio con la maglietta alzata a coprirsi il volto, ci racconta molto dello stato d’animo dell’islandese alla Fiorentina. Si sente un incompiuto. È da inizio anno che Albert Gudmundsson viaggia a corrente alternata, passando da un infortunio all’altro, senza grandi guizzi, con pochi assist e pochi gol, molto lontano dall’attaccante che sognava Raffaele Palladino: «È uno dei calciatori più forti del campionato, perfetto per la nostra idea di calcio» aveva detto il tecnico rivelando di aver voluto talmente tanto Gud da esserselo sognato anche la notte. 

Riscatto?

Ecco, adesso è possibile che la Fiorentina decida anche di non riscattarlo. Il club di Commisso lo ha rilevato dal Genoa con un prestito oneroso di 8 milioni e un diritto di riscatto di 17 milioni (+ 3,5 di bonus). Ad ora sarebbe l’acquisto più caro della storia viola. Anche perché Gud non è la Paulo Dybala, finora nel suo score non ci sono i numeri di un fantasista fragile, spesso bloccato da acciacchi e risentimenti, ma che quando c’è sa stravolgere le partire, cambia volto alla squadra. La cronaca del suo arrivo e della sua partecipazione al campionato basta da sola a raccontare la stagione triste di un talento inesploso, che è riuscito a mostrare solo pochissimo di ciò che è capace. Arriva da Genova al Viola Park in estate con un problema al polpaccio e deve attendere fino al 22 settembre per calcare il terreno con la maglia gigliata. E le premesse sono ottime. Stellari, quasi. Entra nella ripresa, e vince quasi da solo la partita con la Lazio. Passano venti giorni e a Lecce rimedia un altro problema muscolare che lo tiene fuori fino a dicembre. Quando rientra nella sua vita personale, quella fuori dal campo, è salito e sceso dalle montagne russe più volte. In mezzo il 10 ottobre il tribunale di Reykjavik lo assolve dall’accusa di molestie su una ragazza (il reato in Islanda è cattiva condotta sessuale), ma il 4 novembre la procura fa ricorso, dunque i fantasmi di Gud tornano a farsi vivi. Poi è arrivata la tonsillite con la febbre che lo ha messo ko nella sfida con l’Inter al Franchi e ora l’infortunio alla schiena col Como.

Bilancio

Dopo 25 giornate di campionato, Gudmundsson è riuscito ad ottenere solo 9 presenze da titolare e 5 dalla panchina, giocando appena 687 minuti. In queste quattordici apparizioni, l’attaccante della Fiorentina ha realizzato 4 gol e subito un’ammonizione, troppo poco per un calciatore che nella passata stagione ha ottenuto la doppia cifra. Probabile perciò che in estate la dirigenza della Viola si segga a tavolino con il Genoa per provare ad ottenere uno sconto ma intanto, ad oggi, il suo riscatto sembra farsi in bilico. Proprio per via delle continue assenze, la Fiorentina sta valutando con grande attenzione il caso Gudmundsson: la Viola non ha alcun obbligo di riscattarlo a fine stagione dal Genoa e, viste le sue condizioni precarie ed un importante esborso economico da dover fare, non è escluso possa essere rispedito alla base. Occhio perciò al futuro di Gudmundsson, che resta ancora tutto da scrivere. Certo non può neppure essere considerato un flop. Not so Gud, forse sì, ma nemmeno Not so bad.  Come potrebbe essere reputato un bluff un giocatore che, nelle poche partite giocate (peraltro nemmeno tutte da titolare) ha saputo portare alla Fiorentina 7 punti? Certo, ha già saltato 15 delle 34 gare giocate dalla Viola. In totale sono stati 87 i giorni passati ai box da quando il 28enne islandese è arrivato a Firenze. Un periodo così nero, dal punto di vista fisico, l’ha vissuto solo nella stagione 2019/20 quando, per un infortunio alla caviglia, è rimasto fuori 32 partite. Insomma, un problema di continuità per uno che avrebbe dovuto essere uno dei puntelli per il sistema di gioco di Palladino si pone. Su e giù, dentro e fuori dal campo, davvero Not so Gud, mai una Joya.
 

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