Il Tirreno

Firenze

Conference League

Fiorentina, vince la noia: pari senza emozioni contro il Viktoria Plzen

di Francesca Bandinelli

	Un momento della partita
Un momento della partita

La qualificazione alle semifinali di Conference si decide al Franchi. La gara è stata sospesa per un paio di minuti per il lancio di fumogeni: a calmare i tifosi viola sono stati Dodô e Biraghi

11 aprile 2024
3 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE. Non basta il possesso palla alla Fiorentina. La squadra di Italiano nella gara d’andata del quarto di finale di Conference League contro il Viktoria Plzen resta imbrigliata nelle maglie ceche. Lo 0-0 finale è un nulla di fatto in chiave qualificazione, nonostante il risultato metta in leggero vantaggio gli italiani in vista dei 90 minuti finali. Sì, è vero, i viola sono imbattuti in campo internazionale da dieci partite consecutive per la prima volta nella loro storia, ma per continuare a puntare alla finale di Atene - la seconda di fila - servirà il massimo del cinismo tra una settimana, al Franchi.

Non si potrà fare più a meno di una ritrovata precisione balistica e, soprattutto di efficacia in fase offensiva: bisogna recuperare quanto prima quello smalto che da qualche settimana i viola sembrano aver smarrito, insieme ai gol. Gonzalez e compagni hanno fatto davvero troppo poco per cercare di indirizzare fin da subito il risultato finale. Ci ha provato Belotti, al 35’, con una conclusione potente sì, ma centrale, e poi, nella ripresa, è stato Beltrán a tentare di trovare il colpo a effetto, ma senza efficacia. In buona sostanza, nonostante il dominio della manovra, la Fiorentina non ha mai trovato la soluzione capace di sbloccare l’impasse e di annullare la noia che progressivamente ha preso campo. I due soli tiri in porta realizzati in 98 minuti, recuperi inclusi, lo stanno a testimoniare.

A Firenze, nella gara di ritorno, servirà un’altra squadra, meno scontata e prevedibile di quella vista ieri sera. Perché i cechi, in poche mosse, quasi come in una partita a scacchi, sono riusciti a mettere le briglie addosso ai viola. Hanno sfruttato la solidità difensiva diventata un po’ un loro marchio di fabbrica (solo 2 i gol subìti nella fase finale di Conference) e, con qualche lampo, hanno gestito la gara, rendendosi pericolosi con l’unico tiro in porta confezionato in tutta la partita, dopo poco più di 20 minuti, col diagonale di Vydra. La Fiorentina, pur dominando sul fronte della gestione del gioco, è apparsa totalmente scialba: sì solida dietro, ma evanescente davanti. Anche nella ripresa, lo spartito non è cambiato: la squadra di Italiano ha continuato a fare la gara, ma senza riuscire ad assestare la stoccata vincente. Nemmeno i cambi, stavolta, sono riusciti a rovesciare la prospettiva. Non è bastato Barak, fin qui l’uomo delle Coppe, capace di calare il jolly, e nemmeno la rivoluzione dell’intero reparto offensivo è stata capace di spezzare l’equilibrio. Ad accendersi, in campo, sono stati solo i fumogeni lanciati dal settore dei tifosi viola che hanno costretto l’arbitro a sospendere per un paio di minuti la gara e Gonzalez, Dodô e Biraghi a intervenire per tirarli via e per calmare i propri sostenitori. Da valutare, al rientro le condizione di Bonaventura, rimasto in tribuna per il riacutizzarsi di una botta rimediata contro la Juventus.

Primo piano
L’allarme

Fentanyl, primo caso in Italia: la droga degli zombie trovata in una dose di eroina