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Beltrán, è euforia in salsa argentina: contro Dybala è subito caccia al bis

di Francesca Bandinelli
Beltrán, è euforia in salsa argentina: contro Dybala è subito caccia al bis

Al River Plate i primi bonus dopo il gol: con la Roma serve la consacrazione

05 dicembre 2023
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FIRENZE. La notizia del suo primo gol in campionato, dopo la doppietta in Conference League, in un attimo ha attraversato l’oceano. Prima di tutto ha inondato d’entusiasmo Cordoba, la sua città di nascita, poi, a cascata, si è amplificata in tutta l’Argentina. Dopo le gesta di Lautaro, sulle prime pagine dei quotidiani di quell’angolo di mondo, nella sezione di calcio internazionale, spicca il suo nome, Lucas Beltrán. Sorride lui, il vichingo per via di quei suoi capelli tanto chiari, sorride Vincenzo Italiano che dei gol delle punte ne ha bisogno come l’aria, gongola il Ct dell’albiceleste Lionel Scaloni, che su questo giovane ha sempre speso parole importanti e che punta a trasformare in un riferimento offensivo per tutta la Nazione e, soprattutto, brinda il River Plate.

Con il primo gol realizzato, infatti i “millonarios” vedono scattare il primo dei (tanti) bonus economici che costellano l’accordo sottoscritto tra i due club all’atto del trasferimento del calciatore. Adesso, tocca a Lucas ritrovare quella continuità che lo ha fatto diventare uno degli attaccanti più ricercati nell’ultima sessione di mercato. Ha bisogno di macinare reti, una dietro l’altra: per fare il pieno di fiducia, per trascinare la sua squadra verso traguardi sempre più ambiziosi e, perché no, per provare davvero a scrivere una nuova pagina di storia, dopo quella degli altri connazionali che lo hanno preceduto in viola. Si è goduto l’attimo, riversando la sua felicità anche sui social, senza tuttavia mai mettere sé stesso davanti alla squadra: «Avevamo bisogno di tornare alla vittoria in campionato – ha scritto su Instagram – E ora andiamo avanti tutti insieme».

Esattamente come in campo, quasi più rifinitore che esecutore, Beltrán è pronto a prendersi la scena. Dalla sua, ha l’euforia di Nico, l’amico connazionale che, pur dalla panchina, lo ha sostenuto con determinazione, e pure lo straordinario rapporto costruito col resto del gruppo, compreso Nzola. Con l’angolano, sono le due facce della medaglia che deve essere tirata a lucido in ogni gara, per provare davvero a gettare le basi per qualcosa di importante, sul fronte di una qualificazione internazionale e, perché no, pure della conquista di un titolo, oltre vent’anni dopo l’ultima volta. Beltrán non ha paura, nemmeno di farsi centravanti titolare.

I numeri non gli mancano, così come le qualità tecniche: sa tornare indietro a recuperare il pallone, nel lanciare in verticale i compagni (è successo col colpo di tacco per Arthur, da cui è nato il calcio di rigore contro la Salernitana), e pure nel bruciare gli avversari sul tempo, come accaduto col Cukaricki in Conference League, la notte della prima doppietta in campo internazionale con la Fiorentina. Il suo repertorio, del resto, può essere vasto: fin qui, ha mostrato il suo saper essere letale di destro (in Europa) e pure su rigore. Quel pallone, domenica pomeriggio, pesava come un macigno e Gonzalez, lo specialista dal dischetto, capace di spiazzare sempre il portiere avversario, era seduto in panchina, costretto ad osservare da lontano.

Il Vichingo non ci ha pensato due volte e ha fatto valere la sua legge, regalandosi finalmente la prima grande soddisfazione. L’obiettivo, adesso, è replicare già domenica, nel faccia a faccia che vale la Champions, all’Olimpico contro la Roma del connazionale Dybala. La sfida sarà tutta in salsa argentina. Da una parte la Joya, autore di 5 degli ultimi sette gol dei giallorossi di Mourinho, dall’altra Beltrán, il centravanti che punta a mettere i panni del bomber. Magari è proprio quello che gli ha suggerito lo stesso Batigol, durante il suo ultimo soggiorno fiorentino: vai, segna e fai sognare Firenze. È la strada per farsi immortali, di certo quella per lasciare il segno definitivo.


 

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