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Dagli inferi al paradiso viola

di Francesca Bandinelli
Dagli inferi al paradiso viola

La Fiorentina va sotto di due gol dopo 34 minuti, poi si rimette in corsa con decisione. A segno Mandragora, Saponara e Cabral, più forte del gol “fantasma” poi annullato

24 febbraio 2023
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FIRENZE. Discesa agli inferi e ritorno. Dritti fino in paradiso, col 3-2 finale di Cabral, con una scivolata degna del rapace d’area. Sancendo in maniera definitiva la rimonta contro lo Sporting Braga avviata da Mandragora e Saponara. Con la consapevolezza che dopo questa partita, forse, qualcosa può cambiare davvero. Sì, perché nonostante uno 0-2 micidiale costruito dai portoghesi in poco più di mezz’ora (34 minuti), la Fiorentina ha ritrovato la forza di ripartire, rispolverando ordine e organizzazione tattica. Dimostrando di essere più forte di tutto, degli errori commessi e persino della tecnologia.

Sì, perché il “giallo” del gol fantasma, prima assegnato dall’arbitro francese Benoit Bastien indicando la goal-line technology e dopo quattro lunghissimi minuti d’attesa (con tanto di review) non convalidato, resta un interrogativo difficile da spiegare pure alla distanza. Nonostante tutto, la squadra di Italiano non ha mollato. Ha continuato a spingere e, complice un Bonaventura particolarmente ispirato, capace di inventarsi pure il secondo assist, stavolta per Saponara, ha trovato il pareggio, spazzando via quell’inizio choc che nessuno si aspettava.

Sia chiaro, il 4-0 messo in cassaforte dopo i primi 90 minuti giocati al Municipal era già un ottimo punto di partenza, anche se i fantasmi che hanno cominciato a volteggiare sul Franchi a metà del primo tempo, sullo 0-2 degli ospiti, hanno fatto correre più di un brivido sulla schiena degli oltre 13mila del Franchi. Sì, perché prima a infilare la difesa viola ci ha pensato Andrè Castro, poi ha replicato Djalò. Peccato solo non essere riusciti a chiudere pure il ritorno del play off di Conference senza incassare reti. Salvatore Sirigu, al suo debutto con la maglia della Fiorentina, di nuovo titolare 284 giorni dopo l’ultima volta, non è riuscito a mantenere l’imbattibilità. Restano da registrare i meccanismi, sia in vista del prosieguo della competizione internazionale che pensando al posticipo di lunedì sera in campionato, al Bentegodi contro il Verona.

Pronti via, Italiano cambia molto rispetto al derby toscano con l’Empoli: in mezzo al campo c’è Bianco, alla sua prima sfida europea giocata dall’inizio, così come in difesa c’è Ranieri in coppia con Martinez Quarta. Nel mezzo, le chiavi della manovra sono affidate anche a Mandragora tra i più pericolosi: è lui a tentare più spesso la conclusione dalla distanza, lui a riaprire la gara tre minuti dopo il raddoppio portoghese e sempre lui a farsi prezioso pure in fase di interdizione.

Davanti, a guidare il tridente c’è invece Cabral, con Saponara e Gonzalez: l’argentino è forse quello che soffre di più, un po’per i pochi spunti che arrivano dalla sua parte e un po’per questo suo viaggiare a corrente troppo alternata. Il brasiliano, invece, non s’è arreso mai. Voleva il gol, per la terza gara consecutiva, e non si è demotivato nemmeno nel momento più complicato, in occasione del 2-2 negato. Lo ha cercato con tutta la sua forza, mettendosi lo scettro di re in testa e regalando alla sua Fiorentina un successo dal sapore di riscatto. Jovic, dal canto suo, lo ha sostenuto dall’inizio alla fine dalla panchina, festeggiando a distanza il successo dell’amico prima ancora che del compagno. Oggi, a Nyon, la Fiorentina conoscerà il nome dell’avversario che incontrerà negli ottavi di finale di Conference League. Continua il sogno europeo viola, con la squadra in corsa su tutti e tre i fronti, nazionali e internazionali. Per chiudere il cerchio, ora, c’è solo da ripartire in campionato. Di nuovo col sorriso, di nuovo con una vittoria che in A manca dal 7 gennaio scorso.  

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