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Firenze, al via il restauro di Ponte Vecchio: è il primo della storia - Quando partono i lavori

di Mario Neri
Firenze, al via il restauro di Ponte Vecchio: è il primo della storia - Quando partono i lavori

Per la prima volta un progetto organico di restauro del simbolo di Firenze: interventi su pile e spalle, 120 giorni di lavori e criteri di qualità

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FIRENZE. Un ponte non è mai solo pietra: è memoria che resiste, carne che cede. Firenze lo sa bene, e ora, con un bando di gara appena pubblicato, mette mano al cuore del suo simbolo più fragile e più eterno: Ponte Vecchio. È la prima volta nella storia che la città affronta un progetto organico di restauro del ponte, iniziato lo scorso gennaio con le indagini preliminari e la messa in sicurezza delle parti più esposte.

Costi e tempi

Adesso si apre la fase decisiva: il risanamento e il restauro delle pile e delle spalle, cioè la struttura che tiene in vita l’arco sospeso sull’Arno da secoli. Lo prevede la determinazione dirigenziale approvata il 22 settembre, che dà avvio alla gara d’appalto per un importo complessivo di 786mila euro (Iva esclusa), finanziati con mutuo acceso dal Comune, di cui oltre 159mila per la sicurezza e 370mila per la manodopera. L’appalto – spiega il disciplinare – avrà durata di 120 giorni dalla consegna dei lavori, con possibilità di riduzione dei tempi da parte dell’impresa vincitrice. Si tratta di opere di categoria “beni culturali”, dove la specializzazione richiesta non ammette scorciatoie: restauro delle superfici lapidee, puliture, stuccature, consolidamenti, protezioni finali.

Un intervento delicato

Un intervento delicato, che richiede mani esperte e certificazioni specifiche. Non è previsto lo spezzettamento in lotti: un unico cantiere, un’unica regia, per garantire continuità e coerenza. Il procedimento di gara, interamente telematico sulla piattaforma regionale Start, resterà aperto trenta giorni dalla pubblicazione. L’aggiudicazione avverrà secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo: non il massimo ribasso, dunque, ma la capacità di proporre il miglior equilibrio tra tecniche conservative e sostenibilità dei costi. Un principio che risponde anche ai nuovi criteri ambientali minimi fissati dal Ministero delle Infrastrutture.

Il cronoprogramma, allegato agli atti, stabilisce fasi e sottofasi: dalle operazioni preliminari di disinfestazione e disinfezione, alla rimozione di stuccature inidonee di vecchi interventi, fino al consolidamento e al ripristino degli elementi lapidei, con trattamenti specifici per le parti metalliche e stilatura dei giunti. Ogni passaggio dovrà restituire non solo stabilità strutturale, ma anche leggibilità estetica, quella che fa del ponte una vetrina a cielo aperto sul Rinascimento. Il progetto, approvato dalla Giunta a fine 2024 e validato dal responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Alessandro Mercaldo, fa parte del Programma triennale delle opere pubbliche 2025-2027. E non è escluso che, nel corso d’opera, possano aggiungersi varianti non sostanziali – miglioramenti tecnici, adeguamenti conservativi – fino al quinto dell’importo contrattuale. Una flessibilità necessaria in cantieri di restauro, dove la materia viva della pietra spesso riserva sorprese. La giunta aveva già approvato un quadro complessivo da 1,637 milioni di euro, il più corposo tra i cantieri inseriti nel programma di riqualificazione dei ponti cittadini. Due gli stralci principali: il primo, quello appena messo a gara, dedicato appunto a pile e spalle; il secondo, per circa 637mila euro, riguarderà pavimentazione stradale e muri d’ala, affidato tramite Global Service. È previsto anche un terzo lotto, finanziato con risorse private attraverso l’Art Bonus. Ponte Vecchio, da solo, assorbe più della metà del budget stanziato per i ponti fiorentini.

Gennaio, dicevamo, è stato il mese zero: indagini diagnostiche, monitoraggi, rilievi dettagliati delle patologie. Oggi si entra nella carne viva del ponte. La città osserva, il mondo attende. Perché Ponte Vecchio non è solo un’infrastruttura storica, ma un simbolo planetario, una passerella di botteghe e memorie che resiste da sette secoli a piene, guerre e terremoti. “Un ponte che unisce, un ponte che divide”: tra passato e futuro, tra fragilità e forza.
 

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