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Firenze, assenteisti in uniforme condannati a risarcire lo Stato: chi sono e le accuse

di Pietro Barghigiani
Firenze, assenteisti in uniforme condannati a risarcire lo Stato: chi sono e le accuse

Un sottufficiale dell’esercito a casa per 4 mesi senza copertura medica, un assistente capo della polizia accusato di falsificare i certificati

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FIRENZE. Uno non mandava certificati e continuava a non presentarsi al lavoro, l’altro li falsificava per ottenere lo stesso obiettivo: stare a casa intascando lo stipendio. Uniti nell’appartenenza a corpi dello Stato, anche se in specialità diverse, un luogotenente dell’esercito e un assistente capo della polizia si sono ritrovati anche nel comune destino di essere condannati dalla Corte dei conti per danno erariale.

Due storie parallele di assenteismo in divisa, arrivate al giudizio della magistratura contabile dopo le azioni di controllo dei rispettivi organismi superiori dei due esponenti in divisa.

Diserzione

Santo Maiello, 57 anni, napoletano, residente a Viterbo, deve pagare oltre 16mila euro al ministero della Difesa. Sottufficiale dell’esercito «ometteva, senza giustificato motivo di presentarsi al reparto di appartenenza nei cinque giorni successivi a quello stabilito per il rientro e sino alla data di segnalazione determinativa del presente giudizio contabile – si legge nella sentenza -. Del fatto, vi era segnalazione del 78° Reparto Comando e Supporti Tattici “Lupi di Toscana” del 10 dicembre 2023 con cui si rilevava la condotta di diserzione rilevante ai fini penali». A carico del sottufficiale c’è un procedimento davanti al Tribunale militare. Intanto, un primo punto fermo è arrivato dalla Corte dei conti secondo la quale «l’assenza non adeguatamente giustificata e la percezione degli emolumenti non spettanti, in forza di un indiscusso nesso di causalità, fondano il danno erariale per emolumenti indebitamente percepiti dall’11 maggio 2023 al 30 settembre 2023 non essendo i certificati prodotti idonei a giustificare un’assenza di oltre quattro mesi».

Più volte il superiore di Maiello e il responsabile dell’Ufficio del personale lo avevano invitato a produrre certificazioni mediche con indicazione dei giorni di prognosi. «È accertato che il Maiello, nel periodo contestato, non ha effettuato alcun esame diagnostico né intrapreso alcun percorso terapeutico – conclude la magistratura contabile -. Il convenuto, pertanto, si è assentato dal servizio nella consapevolezza che non aveva una malattia che lo rendesse inidoneo al servizio medesimo».

Certificati taroccati

È stato condannato, invece, a risarcire il ministero dell’Interno con 10. 372 euro Erik Palazzoni, 45 anni, di Perugia, residente a Chianciano Terme, assistente capo al Reparto mobile di Firenze, indagato per i reati di falso in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato.

«In congedo per malattia dal 1° marzo 2022, avendo reiteratamente comunicato la propria indisponibilità al servizio per ragioni di salute, trasmettendo la relativa documentazione medica a mezzo posta elettronica – sottolinea la sentenza – . Tuttavia, le verifiche hanno fatto emergere significative anomalie nei certificati medici prodotti. Alcuni di essi presentavano una struttura grafica e testuale perfettamente sovrapponibile a documenti già acquisiti agli atti dell’Amministrazione, dai quali differivano esclusivamente per la data apposta nella parte superiore. L’ipotesi di contraffazione è stata successivamente avvalorata dal medico che, in apparenza, risultava aver rilasciato quei certificati, ma che ha invece disconosciuto la documentazione, così confermando l’alterazione fraudolenta degli atti».

È stata accertata la contraffazione di tre certificati medici originariamente autentici – rilasciati il 14 aprile 2022, 19 maggio 2022 e 19 luglio 2022 – «con l’intento di modificarne le date di rilascio e moltiplicare indebitamente i periodi di congedo retribuito». Sono stati, quindi, prodotti, sei certificati falsi, apparentemente attribuibili al medico curante, autore dei certificati genuini, per un totale di 78 giorni di assenza retribuita per malattia. Soldi che ora l’assistente capo della polizia deve risarcire al ministero.

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