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Vasco Rossi a Firenze, 65mila cuori in delirio nella notte rock: il racconto del concerto e la sorpresa di una “nuova” Vita Spericolata


	Vasco Rossi sul palco della Visarno Arena a Firenze davanti a 65mila persone
Vasco Rossi sul palco della Visarno Arena a Firenze davanti a 65mila persone

Un viaggio musicale tra luci ed emozioni durato due ore e mezza: la scaletta e i momenti salienti del primo dei due show alla Visarno Arena

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FIRENZE. Di fronte all'urlo di 65.000 persone che cantano all'unisono sotto il cielo nuvoloso della Visarno Arena, Vasco Rossi non è solo un artista. È un rito collettivo, un manifesto umano, un faro di luce accesa nella notte del mondo. Il Komandante ha invaso Firenze per la prima delle due serate sold out che trasformano il Parco delle Cascine nel tempio della musica italiana. E lo ha fatto a modo suo: con potenza, poesia e uno show che è insieme pelle, cuore e filosofia.

Uno show “spericolato”

I fan, già in fermento da giorni, lo hanno accolto come si accoglie un eroe epico, un amico di lunga data, una leggenda vivente. Il concerto, atteso da mesi, è esploso in un viaggio sonoro di oltre due ore e mezza in cui ogni nota, ogni parola ha avuto il peso di una dichiarazione esistenziale. Vasco non si è limitato a cantare: ha predicato, ha confessato, ha condiviso. Ha celebrato la vita, con tutti i suoi inciampi, le sue vertigini e la sua bellezza brutale. La sorpresa è arrivata subito: a spalancare le porte dello show non è stato un brano energico, ma Vita spericolata. Ma non quella di ieri. Una nuova versione, riscritta nel cuore e nell'anima, in cui il celebre "voglio" lascia spazio al più potente "siamo". Non più un sogno, ma una realtà condivisa. «Noi siamo una vita vissuta, ostinata, complicata, fiera», ha gridato Vasco. E 65.000 voci lo hanno seguito, come un popolo in pellegrinaggio alla fonte della propria identità. È qui il senso profondo del Live 2025: un concerto-concept che parte dall'essere, dalla consapevolezza, dalla volontà di illuminare l'oscurità del presente. Vasco non ha paura di sporcarsi le mani con la realtà, di gridare "fuck the war" sui maxischermi, di denunciare il potere dell'arroganza e dell'ignoranza. Ma lo fa senza prediche, solo con canzoni: affilate come lame, sincere come confessioni.

Musica e schermi giganti

Il repertorio sfoderato dal Blasco è un'enciclopedia emotiva. Dalle storiche Siamo solo noi e Albachiara, a rarità come Ed il tempo crea eroi (scritta nel 1976 e riscoperta oggi in chiave profetica), Valium, Io perderò e Vivere non è facile. Vasco alterna rabbia e tenerezza, ironia feroce e dolcezza disarmante. E ogni pezzo è un atto di resistenza, una carezza o un pugno, una prova d'amore per chi lo segue da sempre. C'è spazio per l'ironia graffiante di Buoni o cattivi e Basta poco, che riflettono un'umanità smarrita tra selfie e superficialità, ma anche per le confessioni intime di Se ti potessi dire e Sally, cantate con le lacrime agli occhi da un pubblico che sa a memoria ogni parola. Fino all'apoteosi finale di Siamo solo noi, Canzone e Albachiara. Sul palco si staglia una cattedrale di acciaio e visioni lunga 86 metri e alta 28. Cinque schermi giganti, effetti visivi potenti, una regia firmata Pepsy Romanoff che mescola suggestioni simboliche e immagini live con una fluidità cinematografica. È un'esperienza totale, immersiva, dove tutto - suono, luce, respiro - è calibrato per non far assistere allo show, ma per viverlo.

Le chiavi della città

La band è un orologio perfetto: Vince Pastano dirige con intelligenza e fuoco, Stef Burns incendia con la chitarra solista, Alberto Rocchetti alle tastiere è pura anima. E poi Donald Renda alla batteria, Andrea Torresani al basso, la voce intensa di Roberta Montanari ai cori, e la sezione fiati che aggiunge eleganza e potenza. Una macchina scenica impressionante, fatta di 65 bilici, 350 professionisti, mille addetti locali. Numeri da kolossal per un cuore che batte solo per la musica. E Firenze non solo ama e acclama Vasco, ma anche lo onora. Lunedì 9 giugno riceverà dalla sindaca Sara Funaro le Chiavi della Città in una cerimonia pubblica a Palazzo Vecchio, trasmessa anche in piazza della Signoria. Un riconoscimento non solo all'artista, ma all'uomo che ha saputo parlare a generazioni intere. Un abbraccio simbolico tra il Komandante e il suo popolo. Nel frattempo, stanotte, Vasco ha già vinto. Ha acceso 65.000 cuori. Ha cantato la verità senza filtri. Ha riportato al centro la vita, quella vera. E domani si replica per altri 65.000 fan. Firenze è pronta per un'altra notte spericolata.

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