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Il mistero

Kata scomparsa a Firenze, parte la caccia al dna nelle valigie sequestrate. I genitori all’Astor

di Matteo Leoni
Kata scomparsa a Firenze, parte la caccia al dna nelle valigie sequestrate. I genitori all’Astor

Un genetista cercherà tracce della bambina nelle borse uscite dall’ex hotel: il tipo di esame e i tempi della risposta. Il padre e la madre torneranno nelle stanze dell’albergo coi loro avvocati

19 settembre 2023
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FIRENZE. Non si lascia nulla d’intentato per cercare la verità. Il dna della piccola Kata verrà cercato sulle superfici interne dei due trolley e del borsone che sono stati immortalati dalle telecamere attorno all’Astor il 10 giugno scorso, giorno della scomparsa della bimba, al seguito di due occupanti che uscivano dall’edificio. Ieri mattina è stato conferito l’incarico al genetista. Il profilo genetico della bimba verrà cercato anche sulle presunte macchie di sangue individuate sui rubinetti di tre camere dell’ex hotel. Tutto questo mentre si avvicina la data del nuovo sopralluogo degli investigatori nell’ex albergo, previsto probabilmente a giorni. Domani intanto a tornare all’Astor saranno i genitori di Kataleya, che hanno chiesto e ottenuto dalla procura di poter tornare a visitare la struttura. Con loro ci saranno i loro legali, gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, e il generale Luciano Garofano, consulente della famiglia.

L’analisi dei reperti

Sarà il genetista Ugo Ricci, in servizio a Careggi, ad analizzare i reperti. Le operazioni inizieranno domani. La relazione finale è prevista entro un mese, ma un primo esito sarà comunicato ai pm entro dieci giorni. Oltre alle valigie, si esaminerà la presunta sostanza ematica trovata sui rubinetti dei bagni delle stanze dell’Astor numero 104 – nella disponibilità degli zio materno di Kata, Argenis Abel Alvarez Vasquez (difeso dall’avvocato Elisa Baldocci) e dello zio paterno Marlon Edgar Chicllo Romero (difeso dall’avvocato Valeria Valignani) – e delle stanze 201 e 203, dove viveva la famiglia di Kata, insieme allo zio Abel. Il consulente, come riportato nel quesito, dovrà riferire se sui reperti siano presenti residui di sostanza organica, e in caso positivo procedere tentando di estrapolare impronte genetiche di dna. Nel caso in cui si riesca a ricavare un dna – circostanza che dipenderà dalla quantità di materiale presente – il consulente dovrà procedere «alla comparazione dei profili genetici estratti con il profilo» della bambina scomparsa, «riferendo se vi sia tra essi un rapporto di identità o di compatibilità e specificandone il grado». Nell’inchiesta, per sequestro di persona a scopo di estorsione, sono indagati oltre agli zii di Kata, che occupavano le stanze dove sono state trovate le presunte tracce di sangue, anche tre ex occupanti, tra proprietari e utilizzatori delle tre valigie sotto sequestro. Nessuno degli indagati al momento ha nominato un proprio consulente di parte, così come gli avvocati dei genitori di Kata, che ieri non erano presenti in procura per la procedura di conferimento dell’incarico.

Telecamere al vaglio

Gli inquirenti al momento non escludono che possano emergere altri video interessanti per le indagini. Il censimento delle persone che entrano e escono dall’ex hotel infatti è ancora in corso. Si stanno esaminando, fotogramma per fotogramma, tutti i video ripresi dagli occhi elettronici puntati sull’Astor, nel periodo di tempo che va dal 10 giugno, giorno della scomparsa di Kata, al 17 dello stesso mese, giorno dello sgombero.

Il sopralluogo dei genitori

Katherine Alvarez e Miguel Angel Chicllo Romero, madre a padre di Kata, torneranno all’Astor domani mattina. La loro speranza è che poter ripercorrere i corridoi dell’ex albergo possa riportare loro alla mente dei ricordi utili alle indagini. I loro legali hanno ottenuto anche la possibilità di effettuare video e di scattare foto durante il sopralluogo, previsto per la mattina intorno alle 10,30. Intanto non decolla la raccolta fondi lanciata dalla famiglia per ricompensare eventuali informatori. In pochi per ora si sarebbero fatti avanti, tra cui anche alcuni truffatori: un presunto avvocato avrebbe chiamato dalla Francia, dicendo di dover versare alla famiglia 500mila euro per conto di una sua assistita, ma di aver bisogno di un bonifico a suo favore di alcune migliaia di euro per le spese di trasferimento.

L’ispezione della procura

A giorni, quasi certamente la prossima settimana, i carabinieri, coordinati dall’aggiunto Luca Tescaroli e dai pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, torneranno all’Astor, pronti anche a scavare e a demolire le pareti per cercare tracce di Kataleya.


 

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