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Europei 2032 a Firenze: la candidatura e la speranza per un “nuovo” Franchi

di Valentina Tisi

	Uno dei rendering che mostrano il volto di quello che dovrebbe essere il nuovo stadio di Firenze dopo l'ammodernamento dell'Artemio Franchi 
Uno dei rendering che mostrano il volto di quello che dovrebbe essere il nuovo stadio di Firenze dopo l'ammodernamento dell'Artemio Franchi 

L’Italia si è candidata a ospitare il torneo: in caso di via libera da parte della Uefa potrebbero essere recuperati i 55 milioni venuti meno dalla bocciatura sui fondi Pnrr che servivano per rivoluzionare lo stadio

29 luglio 2023
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FIRENZE. Gli Europei di calcio potrebbero riaprire i giochi per lo stadio di Firenze. Venerdì 28 luglio il presidente federale, Gabriele Gravina, ha dato l’annuncio: Italia e Turchia correranno insieme per ospitare gli Europei del 2032, Figc e Turkish Football Federation hanno trovato l’accordo e proposto alla Uefa l'organizzazione congiunta dell’evento sportivo. Una notizia letta con particolare interesse da Palazzo Vecchio che vede in questa candidatura congiunta per i campionati europei una spinta, soprattutto in termini economici, per il rilancio del progetto di riqualificazione del Franchi. Il sindaco Dario Nardella ha infatti colto immediatamente la palla al balzo ricordando che la notizia: «Apre la strada in modo inequivocabile ad una soluzione finale con il Governo per sostituire il finanziamento dei 55 milioni di euro che sono stati tolti alla nostra città tre mesi fa». Insomma Firenze deve essere della partita. «È una straordinaria notizia per Firenze e per l'Italia tutta – chiarisce il primo cittadino – Ci congratuliamo con la Figc per aver concluso l'accordo con la federazione turca e sosteniamo l'obiettivo di confermare tutte e dieci le città candidate per ospitare la manifestazione. Abbiamo assicurato a Gravina che Firenze farà la sua parte per realizzare uno stadio di prima qualità e all' altezza della competizione e delle classifiche».

Insomma se ci saranno gli Europei in Italia, Firenze dovrà giocare un ruolo da protagonista, per farlo serve uno stadio all'altezza della competizione e quindi fondi per realizzarlo. Solo pochi giorni fa era stato annunciato il restyling “light” del Franchi, quello cioè possibile con i 130 milioni a disposizione. Dopo la bocciatura dell’Europa, con il niet sui fondi Pnrr da dedicare alla riqualificazione e il bando andato deserto, il Comune aveva virato su un progetto più adatto alle proprie tasche. Un progetto che prevede di procedere per step e qualche rinuncia: stop ai pannelli fotovoltaici previsti inizialmente sul tetto, ai parcheggi interrati e all’allestimento dei sottocurva. Quelli arriveranno semmai con tre lotti successivi. A dare l’ufficialità al nuovo percorso è stata la firma del direttore generale del Comune, Giacomo Parenti che, attraverso una delibera, ha affidato al Gruppo Arup, il progetto esecutivo adattato alle nuove esigenze per lo stadio di Firenze.

La data sul calendario per realizzare questo passaggio è quella del 30 settembre. L’idea di Palazzo Vecchio è di poter dare il via ai lavori entro fine anno. Ma se i famosi 55 milioni del Pnrr dovessero in qualche modo essere recuperati dedicandoli a progetti diversi rispetto a quello del Franchi, allora si libererebbero ulteriori risorse che permetterebbero di procedere con gli altri lotti opzionali. Nei piani del Comune le fonti possibili di finanziamento per completare il progetto potrebbero arrivare da questa partita di giro dello Stato, oltre che da fondi comunali e dall’art bonus. Il primo stralcio del restyling pensato da Palazzo Vecchio quindi prevede la realizzazione dell’intervento da 130 milioni, mentre il secondo è attualmente privo di finanziamenti.

La soluzione che prevede di fatto il taglio della parte più innovativa ed ecosostenibile del progetto però non piace proprio a tutti, come appare dalle parole del fronte che comprende Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune, Roberto De Blasi, capogruppo comunale Movimento 5 Stelle, Francesca Cavarocchi, Francesco Torrigiani e Massimo Torelli di Firenze Città Aperta - Firenze Possibile, Caterina Arciprete e Giovanni Graziani di Ecolò, Andrés Lasso del coordinamento fiorentino 2050. «Quando nel 2019 veniva proposta l’idea di un concorso internazionale per il Franchi – dicono – il Pd era ancora convinto di voler separare la Fiorentina dal quartiere di Campo di Marte, prima per Castello, poi per l’area Mercafir. Poi è arrivata la pandemia e la possibilità di accedere ai fondi del Pnrr. In maniera frettolosa, e senza adeguati approfondimenti, si è scelto di procedere scontentando un po’ tutte le parti. I soldi individuati per Campo di Marte non devono essere persi. Il progetto va rivisto su importi diversi, dando tutela proprio agli aspetti più innovativi sul piano ambientale. La costruzione del fotovoltaico può portare benefici all’intero quartiere. Occorre piuttosto verificare la possibilità di tagliare sugli spazi che non hanno finalità sportiva, visto che si sta parlando di un investimento pubblico su una proprietà pubblica». La partita è ancora tutta aperta dunque.

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