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Conti in rosso

Ultime mosse per salvare la musica: «Servono 8,5 milioni o il Maggio si fermerà»

di Luca Gasperoni
Ultime mosse per salvare la musica: «Servono 8,5 milioni o il Maggio si fermerà»

Doppia missione per il commissario straordinario Cutaia. Trovare i soldi e accertare le responsabilità del dissesto

24 maggio 2023
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FIRENZE. Salvare il Maggio musicale fiorentino dall’incubo chiamato liquidazione coatta trovando gli 8,5 milioni di euro necessari alla sopravvivenza economica e allo stesso tempo accertare le responsabilità della precedente gestione, con la possibilità di chiedere danni in sede civile. Questa la doppia missione, sospesa tra il passato e il futuro dell’ente lirico-sinfonico, che il commissario straordinario del Maggio, Onofrio “Ninni” Cutaia si prepara ad affrontare nel corso dell’estate in parallelo alla rivoluzione gestionale del teatro.

Per sanare i conti in rosso, «servono entro luglio titoli certi per circa 8,5 milioni di euro», altrimenti c’è il rischio, dopo il secondo bilancio chiuso in passivo, che l’attività del teatro si interrompa. «Sarebbe una cosa spaventosa, una vera tragedia, ma è un’ipotesi», ammette Cutaia. L’altro aspetto riguarda la verifica delle responsabilità amministrative e contabili, evocata dal governatore regionale Giani e rilanciata dal ministero della Cultura. «Non si può prescindere dall'accertamento delle responsabilità di chi ha prodotto questa situazione e anche di chi doveva vigilare e non lo ha fatto. Faccio notare che nello stesso periodo in cui a Firenze si produceva un buco di bilancio altre fondazioni lirico-sinfoniche italiane chiudevano in pareggio o addirittura in attivo», sottolinea il sottosegretario alla Cultura con delega alla Musica e allo spettacolo dal vivo, Gianmarco Mazzi. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che presto incontrerà il ministro Sangiuliano: «Bene che si accertino fino in fondo le responsabilità degli enti e degli organi incaricati di vigilare. Siamo i primi a volerlo visto che Comune e Metrocittà hanno messo sul Maggio ingenti risorse ogni anno».

Impegno subito raccolto da Cutaia: «Non sono un magistrato, sono un funzionario dello Stato e farò un approfondimento molto serio».

Dopo l’incontro di venerdì scorso con i sindacati l’occasione per discutere del destino del Maggio è l’audizione fiume del commissario straordinario in Commissione controllo a Palazzo Vecchio. Punto di partenza l’emergenza bilanci: all'appello, infatti, mancano 6 milioni sul consuntivo 2022 e altri 2,5 milioni per chiudere quello 2023. Senza dimenticare i 4 milioni necessari ad affrontare in tranquillità il 2024. «I guai non finiscono mai: per il prossimo anno ci sono delle incognite come il rinnovo del contratto dei lavoratori e l’utilizzazione del fondo di patrimonializzazione (35 milioni di euro erogati dallo Stato, ndr) che Pereira ha destinato in maniera impropria al pagamento dei fornitori (8,4 milioni) e dei lavoratori (1,6 milioni)». Ma in generale il commissario, impegnato in interlocuzioni sia con Roma sia con privati, si dice «molto fiducioso» sulla possibilità che arrivino «risorse straordinarie per far fronte a una situazione straordinaria, sono convinto che accadrà».

Per quanto riguarda invece il futuro dei 300 dipendenti, analizza Cutaia, «se viene concessa c'è la cassa integrazione per i lavoratori, ma non se la meritano e non è pensabile». Unica nota positiva, sottolinea, sono i riscontri relativi alla nuova gestione: «Con il taglio dei ticket e alcuni cambiamenti il teatro è ritornato a essere aperto alla città, i nostri spettacoli sono quasi tutti sold out».

Infine, sull’approfondimento dei comportamenti illegittimi che hanno portato alla crisi precisa: «In linea di principio possiamo chiedere i danni, si chiamano azioni di responsabilità, in sede civile. Ma per far questo occorre una molto motivata ragione e dunque ci vogliono delle verifiche».

Nel frattempo le opposizioni, Lega FdI e Spc, vanno all’attacco del primo cittadino: «La nomina di Pereira è stata voluta e difesa da Nardella, non si riesce a capire come sia possibile non abbia notato nulla». Per le consigliere Iv invece «in futuro bisogna costruire una visione diversa del teatro».

E il gruppo dem si difende con le parole del capogruppo in consiglio comunale Nicola Armetano: «È nostro obiettivo, da sempre, tutelare il Maggio, non ci stiamo ad attacchi pretestuosi che indichino l’opposto».

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