Firenze, pestaggio al liceo: il Michelangiolo si costituisce parte civile. E il Consiglio critica la dirigente
Prof, genitori e studenti si sono riuniti per stabilire la risposta al pestaggio
FIRENZE. In caso di processo il liceo Michelangiolo si costituirà parte civile. Nel pomeriggio di ieri si è svolto un Consiglio d’Istituto in cui è stata affrontata la questione del pestaggio di alcuni studenti ad opera di un gruppo di giovani esponenti di Azione studentesca. Genitori, studenti e docenti hanno portato avanti un confronto sulla risposta da dare dopo l’agguato della scorsa settimana in via della Colonna, tra i presenti c’era anche il padre di uno dei ragazzi aggrediti mentre andava a scuola. Durante l'incontro è emersa qualche voce critica nei confronti della dirigente scolastica, a finire nel mirino il ritardo nel chiedere l’intervento della Digos e il fatto che la preside nella concitata giornata di sabato sia andata via prima. Nel confronto è stata deliberata all’unanimità l’approvazione di un documento con cui il Consiglio stabilisce di costituirsi parte civile «in un eventuale processo» ai giovani che hanno aggredito i liceali.
Molto attivi durante l'incontro anche gli studenti che hanno chiesto fosse stigmatizzata la ricostruzione della vicenda emersa su alcune testate giornalistiche, che miravano a distribuire le colpe anche sui giovani aggrediti, e ringraziato tutti i partecipanti alla manifestazione di martedì sera. L’aggressione avvenuta davanti alla scuola intanto sta facendo sollevare la voce di molti presidi fiorentini. Dopo l’intervento del dirigente del Salvemini e di quella del Leonardo Da Vinci, che per la sua lettera in cui si indica l'indifferenza come migliore alleata del fascismo, ha ricevuto anche i complimenti dal sindaco di Firenze Dario Nardella; hanno fatto sentire le loro voci anche la dirigente scolastica del liceo Galileo, Liliana Gilli, che parla di «atto di violenza gratuita, inutile e vile», la dirigente del liceo Gramsci, Silvia Bertone, che esprime «dissenso nei confronti della violenza, in tutte le sue forme e in tutti i suoi colori». E poi ancora la «ferma condanna» da parte dell'Ic Verdi per «atti di violenza squadrista», e il preside dell'Itt Marco Polo Ludovico Arte che sottolinea: «Quando si vede un ragazzo che viene picchiato a terra mentre è inerme, la condanna dovrebbe essere ferma e unanime, indipendentemente dalle appartenenze politiche».
C’è poi la politica locale, con Fratelli d’Italia che è torna sull’accaduto dopo la manifestazione di martedì: «È singolare e bizzarro che quella che avrebbe dovuto essere una manifestazione in difesa della democrazia e contro la violenza nel cuore di Firenze si sia trasformata in una sfarzosa esibizione di intolleranza, estremismo, espressione di odio politico ed incitamento alla violenza». Ad attirare le critiche dei consiglieri comunali Jacopo Cellai e Alessandro Draghi e dei consiglieri metropolitani di Alessandro Scipioni e Claudio Gemelli sono gli slogan inneggiati le Foibe, i cori contro le forze dell'ordine e i vari: «I covi fascisti si chiudono col fuoco» e «Meloni la prima della lista». «Ci auguriamo che le forze politiche – affermano – prendano immediatamente le distanze». C’è poi la voce dei militanti di Azione studentesca: «Ogni giorno – dicono – ci troviamo di fronte chi, come i collettivi di estrema sinistra e gli anarchici, vorrebbe negare la nostra agibilità politica, arrogandosi il diritto di impedire, anche fisicamente, la nostra attività militante».
Ma Firenze è ormai diventato un caso nazionale: il parlamentare dell’alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni ha presentato un’interrogazione, mentre il senatore Pd Dario Parrini va in pressing sulla presidente del consiglio: «Da giorni chiediamo inutilmente che la premier Giorgia Meloni e il ministro Piantedosi pronuncino una parola di condanna». Ma lo scontro ormai si fa sempre più acceso nel Paese, arrivando anche a Roma, dove giovani del collettivo Scuole in Lotta hanno imbrattato le sedi dei movimenti di destra.
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