Il Tirreno

Firenze

Divanetti rotondi e luci calde le sale inclusive per studenti fragili

Chiara Vignolini
Divanetti rotondi e luci calde le sale inclusive per studenti fragili

All’università di Firenze nasce uno spazio dedicato a ragazzi disabili e autistici

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FIRENZE. Divanetti, piante, tappeti, lampade che illuminano l’ambiente attraverso una piacevole luce calda è ciò che troviamo una volta entrati nell’edificio D1 del Campus di Novoli in via delle Pandette, proprio davanti alla sede di Scienze Politiche. Il nuovo spazio, appena inaugurato, è rivolto a studenti e studentesse in situazioni di fragilità, disabilità, autismo e disturbi dell’apprendimento o svantaggio sociale i quali potranno rivolgersi per richiedere supporto allo studio, ausili tecnologici, materiale didattico in formato alternativo, servizi di tutorato, consulenza e orientamento.

«La realizzazione degli ambienti è data dal tema di fondo del progetto: l’inclusione. Si è cercato di introdurre, in uno spazio d’ufficio, il calore, l’intimità e l’accoglienza per includere le varie figure che andranno ad usufruire di questo posto. Gli elementi, progettati dal dipartimento di architettura, seguono un’andatura circolare per dare l’idea di un abbraccio verso gli ospiti», spiega Antonio Capestro, uno dei progettisti del gruppo “Florence Accessibility Lab” a cura del professor Antonio Lauria del dipartimento di Architettura. Sono due le stanze dedicate a questi servizi: una zona principale che funge da atrio, dove saranno poi posizionati ulteriori divanetti, e una stanza più piccola in cui troviamo una televisione, piante, tre divani e mobili circolari che riprendono la forma delle luci sovrastanti. L’obiettivo è quello di creare un ambiente a misura di studente dove possa sentirsi protetto e a suo agio, dove non esistono disuguaglianze. “Unifi include” è il nome del progetto che vede la creazione del nuovo spazio, volto al potenziamento dell’inclusione in modo da favorire l’accessibilità alla comunità universitaria. Oltre agli studenti con fragilità e disabilità, l’iniziativa include anche studenti provenienti da paesi terzi, studenti detenuti e ancora programmi rivolti alla parità di genere, allo sport e al benessere.

Insomma, un luogo in cui sentirsi uguali e uniti senza essere discriminati. Il logo di “Unifi include”, stampato anche sulle pareti, è un asterisco che simboleggia parità di genere e uguaglianza. «È un giorno importante per il nostro ateneo perché il nuovo spazio rappresenta una prima risposta concreta alla necessità di creare un ambiente universitario inclusivo che combatta discriminazioni e pregiudizi» commenta la rettrice Alessandra Petrucci, che continua spiegando quali sono i servizi di cui gli studenti possono usufruire: «Qui potranno rivolgersi studenti e studentesse le cui condizioni possono compromettere inserimento, adattamento e progressione negli studi: nel dialogo con docenti, tutor e personale potranno individuare e concordare i servizi e gli ausili necessari a supporto del proprio percorso».

Per ora le stanze sono due. Ma il progetto, e successivamente la realizzazione dei nuovi luoghi inclusivi, vede la partecipazione di un’altra importante istituzione pubblica: l’Ospedale di Careggi. «L’azienda ospedaliero universitaria partecipa con convinzione a questa iniziativa dell’Università che testimonia sensibilità verso la disabilità, non solo nella sua dimensione assistenziale, ma anche sociale e culturale», afferma il direttore generale Rocco Damone. La cura e la partecipazione alla vita sociale sono due delle finalità principali del sistema sanitario: «In questo senso Careggi, sia direttamente che nell’ambito della Regione Toscana, sia in sinergia con le altre aziende del Servizio sanitario regionale, darà un contributo concreto con iniziative già operative da tempo, come il progetto “Pass”, dedicato a percorsi assistenziali per soggetti con bisogni speciali», conclude Damone. Gli anni della pandemia hanno portato con sé un grande insegnamento: «Nessuno può essere lasciato indietro». Ed è quello che l’Università di Firenze sta cercando di concretizzare con questo nuovo luogo di ascoltol


 

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