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Novoli, lavori alle case popolari: 50 famiglie costrette a traslocare

Matteo Calì
Novoli, lavori alle case popolari: 50 famiglie costrette a traslocare

Devono andarsene per i lavori antisismici. Paura e speranza tra i residenti «Temiamo non ci ridiano più gli alloggi». «No, migliorerà la nostra situazione»

30 giugno 2022
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FIRENZE. «Io voglio morire dentro casa mia». Nelle parole della signora Anna Fanetti c’è tutta la preoccupazione di chi sta per uscire dall’appartamento in cui ha abitato per 50 anni con il timore di non poterci rientrare. Siamo a Novoli, in via Accademia del Cimento, una strada in cui abitano centinaia di persone, e la maggior parte delle abitazioni è di proprietà di Casa Spa. Qua nei prossimi mesi sono attesi i lavori di adeguamento antisismico legati al superbonus edilizio e curati dall’ente proprietario.

I lavori, a spese del Comune di Firenze, dovrebbero iniziare a settembre e terminare entro il 31 dicembre 2023, ed in questo periodo di tempo una cinquantina di nuclei familiari sui 176 assegnatari, saranno trasferiti in altri alloggi temporanei, individuati dall'amministrazione comunale e sempre di proprietà di Casa Spa.

Si tratta, nello specifico, di lavori al civico 14/1-3, costruito nel 1970, per il quale sono state previste opere di manutenzione straordinaria sulla struttura e, successivamente, di efficientamento energetico, con riduzione della classe di vulnerabilità. I lavori avranno un costo di 3,5 milioni di euro, e saranno finanziati anche attraverso lo strumento del Superbonus. L’intervento riguarderà nello specifico 48 alloggi e il Comune di Firenze si occuperà di accompagnare gli inquilini nel trasferimento temporaneo in altri alloggi senza alcun costo a loro carico. Ma proprio il passaggio ad un’altra abitazione sta diventando l’incubo dei residenti e per questo motivo è stata attivata una raccolta firme per chiedere di fermare il trasferimento, e che ha già superato le oltre 150 adesioni. «Noi abbiamo il serio timore che a fine lavori le case verranno assegnate ad altre funzioni e noi non potremo più tornarci», spiega Alessandro Sisti, che vive in uno degli stabili oggetti dei lavori. Infatti la paura delle persone è proprio quella di dover rimanere negli alloggi temporanei per molto tempo, soprattutto perché l’esperienza con i lavori passati non ha lasciato un buon ricordo. «La brutta storia di via Torre degli Agli non vorremmo che si ripetesse, dovevano stare nelle casine di legno per pochi mesi e sono dieci anni…», spiega la signora Anna, che dal 1972 vive qui. «Queste case le abbiamo inaugurate noi» racconta ancora con un filo di nostalgia, «e quest’anno sono 50 anni che viviamo qui - spiega - si figuri che quando siamo arrivati non c’erano neanche le luci nei giardini e con le altre mamme istituimmo il ‘blocco Novoli’ e ci portarono delle luci provvisorie».

«Qui giocavano i nostri figli e poi hanno giocato i nostri nipoti» prosegue «io ho firmato e ho accettato il trasferimento provvisorio in via Carlo Del Prete proprio perchè è temporaneo» aggiunge «ma la notte non dormo tranquilla se penso che non rivedrò più il mio salotto».

Passeggiando per i porticati è facile incontrare qualche condomino riunito a parlare e l’argomento del resto è sempre quello, il trasferimento ‘provvisorio’. «Ci hanno anche chiesto di spostare la residenza», spiega, molto arrabbiato, il signor Vincenzo Torrente, anche lui qui da cinquant’anni, «perchè? se poi dopo un anno dobbiamo tornare qui, perchè ci chiedono di farlo?», si domanda incredulo. E in effetti quello che lamentano le famiglie, sono proprio le modalità con cui sono stati informati dei lavori e dello ‘spostamento’ di casa. Tutto comunicato in un’assemblea tempo fa dall’amministrazione e dai vertici Casa spa, ma difficile da far digerire a chi teme di venir sradicato dalla sua storia.

«All’improvviso ci hanno detto che decine e decine di famiglie dovevano abbandonare le proprie case dopo 50 anni di vita trascorsi qui» racconta Cinzia, «ma io non me ne vado, lo scriva, io m’incateno a casa, perchè qua dentro ho i miei ricordi, c’è la mia vita». «In fin dei conti - prosegue - ci chiedono di fare un pacchetto della nostra vita e portarlo da un’altra parte, ma non si fa così».

Emozioni, ricordi, pensieri che raccontano le storie delle persone e delle famiglie che abitano i ‘blocchi’ di via Accademia del Cimento; dagli esuli istriani agli appartenenti alle forze dell’ordine, a nuclei con bambini fino a famiglie con portatori di handicap e situazioni al limite della marginalità. C’è tanta frustrazione tra gli abitanti. «Ho speso tanti soldi per migliorare questa casa - racconta Antonio - e ora devo lasciare vuoto un appartamento senza sapere né dove andremo né quando torneremo, e se poi possiamo riutilizzare mobili e altro».

«Ancora oggi non sappiamo quando inizieranno i lavori - spiega ancora Alessandro - ma soprattutto abbiamo paura che non sia provvisorio ma definitivo».

«Come faccio ad allontanarmi da una casa in cui ho vissuto tutta la vita», racconta il signor Franco, pensionato over 80. «Ho speso soldi e parte della mia pensione per fare quei lavori in casa per farmi vivere un po’ meglio e ora potrei non rientrare più». Oppure c’è la storia di una famiglia che ha modificato a proprie spese anche l’ascensore per consentire al figlio di entrare con la carrozzina, in quanto portatore di handicap. Tra i condomini c’è chi ha già accettato la proposta di Casa Spa di spostarsi in un altro alloggio, ma dopo le prime visite ai nuovi appartamenti, c’è anche chi vorrebbe tornare sui suoi passi.

«Ho firmato, devo dire un po’ condizionata da altri condomini, ma poi ho visto gli appartamenti in cui dovremmo andare e si va davvero a peggiorare», spiega Francesca, residente in uno degli stabili oggetto dei lavori. «Ho visto una casa molto fatiscente e l’ho rifiutata perchè se avessi accettato l’appartamento che mi hanno proposto avrei dovuto fare tanti lavori», racconta «e ora spero sinceramente di poter rimanere qui anche io, insieme a chi non ha firmato».


 

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