Empoli, rimpianti e rimpalli: al Castellani passa la Lazio
Gli azzurri hanno tenuto bene il campo davanti ai biancocelesti, ma Provedel ha chiuso la saracinesca
EMPOLI. E’ la partita dei rimpianti e dei rimpalli. Un 2-0 sostanzialmente bugiardo col quale la Lazio di Sarri s’impone al Castellani su un Empoli che nonostante il risultato è sembrato in salute contro una squadra che forse non avrà giocato il suo miglior calcio ma che comunque, non va dimenticato, è agli ottavi di Champions. La decidono Guendouzi nel primo tempo e Zaccagni nella ripresa, nel momento di maggior pressione dei padroni di casa alla ricerca del pareggio. Rimpianti, si diceva, ma anche rimpalli, come quello da flipper che al 9’ stappa l’incontro: Luis Alberto ruba palla a Ebuehi sulla tre quarti, Luperto salva sul “mago”, Walukiewicz (oggi preferito a Ismajli) salva su Immobile ma la palla torna a Guendouzi e Caprile, per una volta preferito a Berisha, non può nulla sulla conclusione del francese. Che dieci minuti dopo prova a chiuderla, ma Caprile ci mette una pezza. Subito dopo Immobile alza bandiera bianca (e vomita a bordo campo), imitato al 25’ da Luis Alberto. La Lazio del primo tempo finisce qui, e forse non è un caso. Ora tocca a Provedel guadagnarsi la pagnotta, prima su un tiro deviato di Grassi dalla lunga distanza, poi su Maldini al volo da pochi metri.
All’inizio della ripresa si sente profumo di pareggio, ma è un’illusione. Provedel fa un miracolo su tiro a botta sicura di Cambiaghi e dieci minuti dopo si ripete su Maldini. Arriva il momento di Baldanzi, al 62’, ma sarà proprio lui a perdere una palla sanguinosa a centrocampo che innesca un altro festival del rimpallo nell’area azzurra, risolto da Zaccagni per il definitivo 2-0. Ma c’era un fallo di Guendouzi su Baldanzi in partenza, non giudicato tale dal Var. Una mazzata, dalla quale gli azzurri non riescono più a riprendersi.
Nonostante tutto, Andreazzoli può trarre qualche indicazione positiva anche da una sconfitta amara come questa. La prestazione di Daniel Maldini, che ha dimostrato di non essere solo il classico figlio di papà ma ha mostrato numeri notevoli, la verve di Ebuehi e Cambiaghi, la tenacia di Fazzini e una tenuta atletica invidiabile. Ora il problema per gli azzurri è non intristirsi guardando la classifica.