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Empoli serve uno scatto di orgoglio Andreazzoli non guarda i numeri

di Paolo Nencioni
Empoli serve uno scatto di orgoglio Andreazzoli non guarda i numeri<br type="_moz" />

Con l’Inter si torna al 4-3-1-2: «Vogliamo misurarci con una grande squadra»

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EMPOLI. I numeri. Sì, ci sono i numeri. «Ma io ai numeri non gli ho mai visto fare un gol...». Aurelio Andreazzoli si ripresenta al Castellani alla vigilia di un Empoli-Inter che sulla carta non dovrebbe avere storia, a causa di quei numeri: 13 gol fatti e uno solo subito dai nerazzurri nelle prime quattro, zero gol fatti e 12 subiti dagli azzurri. Mettiamoci anche che l’Empoli non batte l’Inter in casa propria dal 2006 (vi ricordate quel goffo autogol di Materazzi allo scadere?) e che nelle ultime otto al Castellani, sempre con l’Inter, non è mai riuscito a segnare.

«Se la mettiamo sul piano della qualità i numeri possono anche essere realistici – concede Andreazzoli – Ma ci sono altri fattori sui quali noi puntiamo molto, da qui in avanti». La voglia, la propensione ad attaccare, il coraggio. Dunque l’obiettivo dell’Empoli oggi è misurarsi. «Abbiamo voglia di confrontarci con squadra bellissima, che ha forza fisica e qualità – spiega il tecnico subentrato in settimana a Paolo Zanetti – Non devo arrivare io da Massa per evidenziare la forza dell’avversario. E non c’è occasione migliore per vedere dove possiamo arrivare. Il percorso è fatto di passi, il primo è domani (oggi per chi legge, ndr)».

Ci si aspetta tutti un cambio di modulo col ritorno al 4-3-1-2 con Baldanzi dietro a Cambiaghi e Caputo, un vertice basso da scegliere tra Grassi, Ranocchia e Marin (che però può essere impiegato anche sulla mezzala) e un rientro di Ismajli accanto a Luperto al centro della difesa, ma con Andreazzoli non si può mai dire, le sorprese sono dietro l’angolo.

Il suo dirimpettaio Simone Inzaghi gioca per mantenere la testa della classifica e per la storia, vorrebbe eguagliare Herrera, Mancini e Conti, capaci di infilare un filotto di cinque vittorie all’inizio di altrettanti campionati (che però poi non vinsero). Farà un po’ di turnover ma non troppo, l’occasione di allungare è troppo ghiotta.

L’Empoli in ogni caso deve pensare a se stesso. A come uscire dai blocchi mentre gli altri sono già a metà del rettilineo. Si giocherà in uno stadio ancora una volta tutto esaurito, con la tifoseria chiamata a sostenere la squadra nel momento più difficile da un paio di stagioni a questa parte. Uno stadio che sarà un po’ più difficile da raggiungere a causa del luna park che ha messo fuori causa il parcheggio di Serravalle, per cui si consiglia a chi può di arrivare per tempo, a piedi o in bicicletta.

«Ho visto molta partecipazione e curiosità – dice Andreazzoli parlando del primo impatto con la squadra – Spero di averne suscitato anch’io in loro».

Sulle potenzialità dell’attacco, finora sterile, ha le sue idee: «Le potenzialità vanno espresse, abbiamo lavorato anche in quella direzione, senza porci il problema di ciò che è stato. Non è un problema di attaccanti, è un problema di squadra, come sempre. La squadra deve dimostrare di sapere attaccare o avere la voglia di attaccare. Sta a noi infondergliela».

Tre giorni dopo l’Inter arriva la Salernitana, ma Andreazzoli non ci pensa, confessa di non averla nemmeno vista in tv venerdì sera. Tutte le energie sono concentrate sulla sfida di oggi, che i bookmakers considerano una mera formalità per gli ospiti, offrendo quote imbarazzanti per la vittoria dei padroni di casa. Ma sono numeri, quelli a cui Nonno Aurelio non ha mai visto fare gol, anche se fanno paura. Poi in campo ci vanno i giocatori, ai quali oggi è richiesto uno scatto di orgoglio, a prescindere dal risultato. Andreazzoli, nei colloqui coi singoli, li ha guardati tutti negli occhi. «Dagli sguardi si capiscono tante cose» dice. E pretende compattezza: «Tutti devono allinearsi al mio pensiero. Chi non si allinea è fuori».


 

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