Empoli, poca fortuna e tanti errori. Le sostituzioni non hanno convinto
A Bergamo è stata una gara di sofferenza, all’altezza per un’ora piena di gioco. Il rammarico è per le reti mancate da Caputo poco prima del pari di De Roon
EMPOLI. Nomen omen, il nome è un presagio, asserivano saggiamente gli antichi romani. Che i presagi, in vista della difficile trasferta di Bergamo contro Atalanta, fossero allora decisamente contro l’Empoli si poteva capire fin da mercoledì, quando l’Aia ha annunciato che l’arbitro della partita sarebbe stato il signor Dionisi, purtroppo omonimo dell’ex allenatore azzurro fuggito dal Castellani dopo la promozione in Serie A. In realtà poco c’entra il povero signor Dionisi con la sconfitta della squadra di Zanetti venerdì sera. Non gli si può imputare nulla, neanche la decisione di convalidare la rete del 2-1 a cinque minuti dalla fine: Pasalic, per quanto con un calcione scomposto, prende effettivamente prima il pallone. Come ha ammesso lo stesso tecnico di Valdagno, l’Atalanta ha meritato di vincere in lungo e in largo.
Basti pensare che i nerazzurri hanno tirato 14 volte nel primo tempo, una statistica che non erano mai riusciti a realizzare in questa stagione, mentre al fischio finale hanno chiuso a quota 29 tiri, 3, 16 expected goals derivanti e 70% di possesso palla. Numeri che, considerati tutti i limiti intrinseci delle statistiche, descrivono con una certa accuratezza la partita che si è vista al Gewiss Stadium. Sicuramente Zanetti aveva preparato la gara per come si è sviluppata nella prima ora di gioco.
Difensivamente ha messo in campo una squadra corta e accorta per coprire bene il centro del campo (indicativa la scelta di Grassi) pur lasciando all’avversario i cambi di lato sull’esterno opposto, con una particolare attenzione posta sugli inserimenti dei centrocampisti che non ha fermato un Pasalic colpevole di aver mancato almeno un paio di occasioni importanti nel primo tempo. Offensivamente si è invece affidato alle ripartenze veloci per cercare di sfruttare i movimenti a ricercare la profondità di Satriano, che lasciavano campo aperto per gli inserimenti di Baldanzi, Akpa Akpro e Fazzini. Una gara impostata sulla sofferenza, quindi, una vera partita da squadra che lotta per la salvezza e sta affrontando una serie di risultati negativi. Non c’è nulla di male in questo approccio, legittimo e che anzi ha portato a buoni risultati; ma appunto, solo nella prima ora di gioco.
E c’è da chiedersi se questo calo è collegato anche alle scelte fatte da Zanetti in sede di sostituzioni: in pochi avrebbero cambiato i gioielli Baldanzi e Fazzini dopo aver preso il gol del pareggio, due degli elementi più vivaci tra gli azzurri e forse gli unici capaci di guidare con velocità una ripartenza con l’avversario sbilanciato in avanti. Non è la prima volta che sorgono dubbi su certe scelte del tecnico in corso d’opera (per esempio la sostituzione di Cambiaghi con l’Inter) ma fino a questo momento il tecnico ha sempre avuto ragione; venerdì sera, purtroppo, non è andata così. Zanetti, va detto, ha avuto anche poca fortuna.
Molto sarebbe cambiato se, appena due minuti prima del pareggio di De Roon, Caputo avesse segnato una delle due ottime occasioni che si è ritrovato sui piedi. Un dettaglio non da poco che, se non fa infuriare, quantomeno fa riflettere: Ciccio è tornato a Empoli proprio per segnare questi gol, soprattutto in questi momenti in cui una rete può cambiare totalmente l’andamento della squadra.
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