L’Empoli e i fantasmi del passato: una squadra destinata a soffrire
La sconfitta con l’Udinese ha certificato il peggior momento della stagione. E l’imprecisione in attacco ingigantisce il problema delle palle inattive
EMPOLI. Sabato pomeriggio l’Empoli ha raccolto la terza sconfitta di fila in campionato, cedendo il passo all’Udinese per colpa del «solito golletto da calcio d’angolo», usando le parole che mister Zanetti ha rilasciato a Dazn nel post gara. E se di “golletto” si può parlare, tanto che ci sarebbe da dibattere sull’attribuzione della rete a uno sfortunato autogol di Luperto invece che allo scoordinato colpo di testa di Becao, purtroppo rimane il dato netto: da quando gli azzurri sono tornati in Serie A due anni fa mai avevano perso tre gare consecutive.
Così, nonostante non sia ancora il momento di descrivere come drammatica una situazione che rimane ancora perfettamente gestibile, i fantasmi del recente passato sgomitano per riemergere. L’approdo di Zanetti sulla panchina empolese, secondo la logica della scelta compiuta la scorsa estate dalla società, doveva servire proprio a evitare un periodo del genere mantenendo costantemente al massimo motivazioni ed energie mentali dei ragazzi, cercando allo stesso tempo di evitare il più possibile filotti di gare senza punti facendo molta più attenzione alla fase difensiva rispetto alla scorsa stagione. Ma questa serie di risultati ricorda a tutti, forse a partire proprio dai commentatori, che il cammino in Serie A dell’Empoli non può che essere quello di una squadra che deve soffrire fino all’ultimo per ottenere la salvezza.
Non si può infatti negare ciò che mister Zanetti ha detto dopo la sconfitta, cioè che ha poco da rimproverare ai suoi giocatori per la mentalità messa in campo. La squadra non è uscita dalla partita dopo aver subito l’ennesimo “golletto” su calcio piazzato, anzi ha spinto sull’acceleratore grazie agli spunti di un Baldanzi finalmente più libero di portare palla e chiudendo l’Udinese nella sua metà campo. I meriti di quelli vestiti in azzurro sono tanti quanto i demeriti di quelli in bianconero che, come hanno sempre fatto da un certo punto in là della stagione, si sono accontentati di lasciar giocare l’avversario non rispondendo in alcun modo alle richieste del povero Sottil di tenere più alta l’aggressività. Motivo per cui avevano vinto solo una delle ultime 17, e per cui si può concedere al tecnico dei friulani la battuta nel post gara in cui ha dichiarato che i suoi hanno meritato i tre punti.
Purtroppo l’Empoli ha mostrato ieri tutti i suoi limiti da squadra che lotta per la salvezza. Se si vuole dare credito all’idea, proposta da Zanetti in sala stampa, che c’è una certa paura sui calci d’angolo nata dopo la partita contro la Roma, va anche fatto notare che il povero Luperto poco può, saltando da fermo, contro un difensore abile nel gioco aereo che ha tutto il tempo e lo spazio di arrivare in terzo tempo; sembra scontato che le altre squadre, studiando l’Empoli, abbiano semplicemente identificato un punto debole e lo stiano sfruttando ogni weekend, tanto da rendere necessaria l’applicazione di una modifica al sistema. Un problema che avrebbe meno impatto se l’Empoli riuscisse a segnare, visto che anche in questa gara gli azzurri hanno prodotto tanto senza arrivare al gol. I dati parlano di 1,32 expected goal, 17 tiri di cui 3 verso lo specchio, 6 bloccati e 8 fuori; statistiche che nascono dalla poca precisione sotto porta, perché Caputo è arrivato per segnare anche in situazioni molto difficili come quella in cui si è trovato nel primo tempo, ma soprattutto da errori in fase di rifinitura che continuano a impedire la creazione di chiare palle gol. Così, se all’inizio del mese si guardava alle tre gare in calendario prima della pausa per le Nazionali come a un’occasione per cementificare il vantaggio sulla zona salvezza, ora la prospettiva è cambiata: speriamo la sosta arrivi presto, per fermarsi un attimo a prendere fiato e cambiare qualcosa prima dello sprint finale.