Il Tirreno

CECINA. Ha aggredito l’allora consigliere comunale della Lega Lorenzo Gasperini al bar Caffellatte e per questo adesso, a cinque anni dal fatto, il cecinese Davide Baneschi è stato condannato dal giudice a cinque mesi di reclusione (con sospensione condizionale della pena) per minacce.

Il processo in primo grado concluso nei giorni scorsi si è aperto nel maggio del 2023 quando si è tenuta la prima udienza con imputato Baneschi, il cui rinvio a giudizio è stato disposto dopo la denuncia presentata da Lorenzo Gasperini, attuale segretario della sezione di Cecina della Lega e allora consigliere comunale. Gasperini sosteneva di essere stato perseguitato dall’imputato il quale avrebbe pubblicato post minacciosi nei suoi confronti. Inoltre Gasperini, così raccontò all’epoca, nella notte tra il 3 e il 4 ottobre «sono stato aggredito da un soggetto della sinistra cecinese, che ha poi firmato l’aggressione come agguato rosso affermando che Tito faceva bene a uccidere ed infoibare quelli come me. Sempre la stessa figura mi aveva aggredito a un gazebo mesi fa. Da anni subisco i suoi tentativi di intimidazione».

Il processo a Baneschi si aperto con le imputazioni di stalking e lesioni a suo carico ma poi la giudice ha deciso di riqualificare il reato passandolo a minacce. Ed è per questo reato che è stato condannato a cinque mesi, oltre a un risarcimento danni di 2.500 euro e al pagamento delle spese processuali. «Alla base delle minacce c’erano motivi politici», commenta Federico Pazzaglia, avvocato di Gasperini e consigliere comunale della Lega, che si dice soddisfatto per la sentenza. Questa, in vece, la nota della Lega Toscana: «La violenza, verbale e fisica, va sempre condannata con forza e siamo, dunque, lieti che il giudice abbia accolto le doverose istanze del nostro rappresentante». L’avvocata Alice Dominici, legale di Baneschi, d’altra parte, sottolinea che «al mio assistito erano contestati quattro episodi di atti persecutori, invece è stato condannato per minacce collegate a un unico episodio». La giudice Rosa Raffaelli si è data novanta giorni di tempo per depositare le motivazioni «poi – conclude Dominici – valuteremo se fare appello».