Il Tirreno

Lutto

Addio “Misterino”, Cecina in lacrime per Vittorio Benvenuti

di Michele Falorni
Addio “Misterino”, Cecina in lacrime per Vittorio Benvenuti

Giocatore e storico allenatore del calcio rossoblù: aveva 88 anni. Il nostro ritratto

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CECINA. “Buon pomeriggio ragazzi, come va?”. Sembra ancora di sentirla, quella voce bassa e convincente, negli spogliatoi del “renone”, l’ex campo di allenamento del Cecina calcio nel cuore del villaggio scolastico, oggi divenuto la casa del football americano. Il terreno infangato non c’è più, ma i ricordi ci saranno sempre.

Vittorio Benvenuti, morto a 88 anni, in quel rettangolo marrone scolpito dalle spesse righe in gesso ha scritto un capitolo di storia rossoblù insieme a centinaia dei suoi ragazzi. Ieri mattina, i funerali accompagnati dai messaggi di stima e affetto. Per tutti, era “il misterino”. Piccolo di statura, grande nella non trascurabile capacità di insegnare «prima l’educazione e il rispetto, poi il calcio». Parole di Michele Guzzardo, che a metà degli anni ‘80 giocava da terzino sinistro nella squadra degli Allievi regionali allenata da Benvenuti. Uomo d’altri tempi e pronto, chiusa la parentesi da giocatore, a sedersi in panchina. Alla maglia e alla causa ha dato tutto, interpretando e non solo applicando schemi e moduli.

Già, perché il momento coincise con il cambiamento: dalle marcature rigide a uomo si passò alla zona pura, in Italia importata da un ex commerciante di Fusignano, Arrigo Sacchi, che la tradusse nel suo Milan stellare. «Era un uomo eccezionale – afferma Maurilio Luperini, anche lui allenatore delle giovanili cecinesi e grande amico – con cui volentieri avevo parlato pochi mesi fa incontrandolo in paese. Era sempre un piacere vederlo. Oltre che dialogare, negli spogliatoi sapeva ascoltare».

Una dote abbastanza rara. Seduto sulle sedie in legno dentro la casetta in mattoni, costruiva i giocatori. O meglio, li formava scoprendone il carattere. «Era bravo e disponibile, lo ricordo con molto piacere», dice Francesco Musotto, ex centrocampista. La testimonianza di Gianni Lecci, a lungo calciatore professionista e capitano rossoblù, svela chi fosse. «Mi disse: ‘da oggi non fai più parte della squadra Allievi’. Io: che ho fatto, perché? Le giuro che mi allenerò ancora meglio. ‘Ma che hai capito, tonto: hai segnato 12 gol nelle prime quattro partite e ora Antonio Capanna ti vuole fisso in prima squadra per vedere di cosa sei capace’. Dal campino di rena, mi trasferii così nell’altro spogliatoio percorrendo pensieroso con le scarpe a tacchetti la strada che porta allo stadio comunale. Era un martedì di ottobre del 1986. Ciao misterino».

Classe 1937, giocatore negli anni ‘60, Vittorio è morto dopo breve malattia. La sezione cittadina dei Veterani sportivi lo ha ricordato insieme a tanti dei suoi ex giocatori, che con affetto lui ha seguito sui campi sportivi. “Era una persona squisita e semplice”, chiude Enrico De Matola, difensore centrale. Un gentiluomo. 


 

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