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Rosignano, no ai farmaci prodotti da Israele: c’è il boicottaggio commerciale

Rosignano, no ai farmaci prodotti da Israele: c’è il boicottaggio commerciale<br type="_moz" />

La decisione dei Comuni di Rosignano, Castellina e Montescudaio

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Rosignano Il messaggio è chiaro e univoco: interrompere gli acquisti di farmaci, parafarmici e cosmetici prodotti da aziende israeliane almeno fino a quando non sarà ripristinato il rispetto del diritto internazionale.

È questa la sintesi dell’atto di indirizzo rivolto alla Crom srl, farmacie e servizi correlati (di cui il Comune di Rosignano detiene il 75% delle quote), per l’adesione alle campagne di boicottaggio commerciale in atto deliberato dalla giunta di Rosignano Marittimo e a cui hanno aderito, con volontà unanime, anche i Comuni di Castellina Marittima e Montescudaio. L’obiettivo è l’interruzione degli acquisti di materiale prodotto da aziende o holding con sede nello stato di Israele, incluse le società da queste controllate o ad esse collegate. L’unica eccezione concessa rispetto a quanto indicato nella delibero numero 268 sono i farmaci contenenti principi attivi che siano prodotti da altre aziende.Nello specifico, la delibera prevede di dare mandato al dirigente del settore risorse e controllo di predisporre la variazione del documento unico di programmazione con l’inserimento dello specifico obiettivo da sottoporre ad approvazione consiliare, dando mandato al tempo stesso di trasmettere la delibera all’amministratore unico di Crom.

Il Comune di Rosignano, nelle premesse della delibera di Giunta, ha voluto ricordare anche le tante campagne di boicottaggio di prodotti israeliani messe in atto e portate avanti, in questi mesi, da associazioni internazionali come strumento di pressione economica nei confronti del governo di Tel Aviv con l’obiettivo preciso di dare un contributo concreto al ripristino del rispetto delle basilari regole di diritto internazionale.

Il riferimento geograficamente più prossimo a cui i Comuni si sono ispirati è quello della mozione approvata l’11 giugno scorso dal Consiglio regionale della Toscana, in scia a quanto fatto da Puglia ed Emilia Romagna, che, oltre a richiamare la necessità di un riconoscimento internazionale dello stato palestinese, invita a interrompere ogni forma di relazioni internazionali con Israele. Nelle premesse dell’atto di indirizzo sottoscritto da tre comuni vengono citate anche le tante risoluzioni Onu che, dal 1947 ad oggi, ribadiscono i diritti inalienabili del popolo palestinese all’auto-derterminazione, all’indipendenza e alla sovranità.

Nel testo si sottolinea che il blocco totale degli aiuti umanitari, delle forniture di acqua potabile, energia elettrica e generi alimentari imposti a partire dal marzo 2025 costituisce una grave violazione del diritto umanitario internazionale che vieta l’uso della fame come strumento di guerra e impone la protezione della popolazione civile anche in contesti di conflitto. Nelle scorse settimane, iniziative simili sono state poste in essere anche da alcune cooperative, oltre che da altre farmacie sparse sul territorio regionale, seppur in provincie diverse rispetto a quella livornese. A far rumore, più o meno un mese fa, invece, fu la scelta dei camalli genovesi del collettivo autonomo portuali che scelse di non caricare un container con componenti per mitragliatori destinati a Israele per la guerra a Gaza. l

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