Cecina, un trentanovenne rinviato a giudizio: «Ha picchiato la moglie per 17 anni»
L’uomo è imputato per maltrattamenti in famiglia anche per aver buttato giù da una sedia uno dei figli. Avrebbe sottoposto la donna a un regime patriarcale
CECINA. Avrebbe picchiato la moglie con calci e spinte, buttando giù da una sedia pure il figlio minorenne. Ma non solo. Secondo l’accusa l’uomo – un trentanovenne che abita a Cecina – in casa, in un arco temporale lungo ben 17 anni, avrebbe perfino «urlato, fatto scenate, distrutto mobili e suppellettili, pressando psicologicamente la coniuge a rimanere insieme a lui in assenza per la stessa – si legge nei capi d’accusa – di qualsivoglia sostegno economico e pratico, assoggettandola nel tempo a un regime patriarcale per cui era l’unico a prendere decisioni». Infine, sempre secondo quanto ricostruito dalla procura sulla base della denuncia presentata alle forze dell’ordine, avrebbe «imposto il silenzio sulle molestie sessuali di un vicino di casa alle due figlie minorenni», reato per il quale verso l’uomo, che abitava accanto all’abitazione della coppia, si è aperto un separato processo.
Per queste ragioni un quarantenne di Cecina è a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Il procedimento penale si è aperto nei mesi scorsi e all’ultima udienza il giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna, su richiesta del sostituto procuratore Massimo Mannucci, il titolare dell’inchiesta, ha disposto il rinvio a giudizio. A breve, quindi, si aprirà il dibattimento. L’uomo – Il Tirreno non lo identifica con nome e cognome per non rendere identificabile la moglie e i figli presunte vittime di violenze – è difeso dall’avvocata livornese Caterina Barzi, mentre i familiari, che si sono costituiti parti civili, sono assistiti dalla legale Elena Parietti di Piombino.
La donna vittima delle contestate percosse ha 45 anni e non vive più insieme al marito, mentre i figli all’epoca dei fatti erano tutti minorenni. Le violenze, stando alla ricostruzione della procura labronica, sarebbero andate avanti dal 2003 al 2019, l’anno prima dell’emergenza Covid, quando la donna ha poi cambiato casa non vivendo più con l’uomo. Quest’ultimo, al momento, non ha alcuna misura cautelare a suo carico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA