Il Tirreno

Il caso

Cecina, posiziona il motore del condizionatore sul muro dei vicini: condannato un cecinese

di Stefano Taglione
Unità esterne di un condizionatore d'aria (foto d'archivio)
Unità esterne di un condizionatore d'aria (foto d'archivio)

Il sessantunenne ha installato l'unità esterna (e anche un'antenna, poi rimossa) sulla parete esterna pertinenza dei dirimpettai in corso Matteotti

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CECINA. Poco meno di cinque anni fa, il loro vicino di casa, ha deciso senza neanche consultarli di posizionare l’unità esterna del condizionatore e l’antenna televisiva sopra le loro finestre «invadendo – si legge negli atti – la colonna d’aria sovrastante la proprietà e a soli circa 30 centimetri (nel punto più alto) dalle tegole del tetto». Un’azione illecita, secondo il tribunale, che ha condannato un sessantunenne cecinese – che fra l’altro non si è nemmeno presentato alle udienze – a rimuovere i due dispositivi (anche se l’antenna, in realtà, non c’è già più) e a pagare pure le spese di giudizio, quantificate in «545 euro per esborsi – si legge nella sentenza della giudice Simona Capurso – e 3.800 per compensi, oltre alle spese generali al 15%, all’Iva e alla cassa nazionale di previdenza».

Il fatto

La violazione è stata commessa all’esterno di un appartamento di corso Matteotti e a promuovere l’azione civile sono stati due cecinesi: un ottantottenne originario di Legnano, in Lombardia, e la moglie settantunenne originaria di Marciana, all’Elba. «Tale situazione – così ha riportato il legale – ha generato un pregiudizio per i ricorrenti e per la loro proprietà, tanto che reiterate sono state le richieste al vicino di casa di provvedere alla rimozione della macchina per il climatizzatore e dell’antenna televisiva, apposte illecitamente, senza autorizzazione alcuna e in spregio dell’articolo 840 del codice civile, nello spazio sovrastante l'immobile di loro proprietà».

Mediazione deserta

Prima di rivolgersi al tribunale civile marito e moglie hanno anche tentato «il procedimento all’Organismo di mediazione forense di Livorno – si legge negli atti – che tuttavia è stato concluso con esito negativo data la mancata partecipazione, nonostante formale convocazione inoltrata a mezzo di posta elettronica certificata, del vicino di casa».

La sentenza

Il tribunale ha anche nominato un consulente tecnico che ha effettuato un sopralluogo. «La collocazione dell’impianto di condizionamento a una distanza di soli 40 centimetri dalla copertura della proprietà e di addirittura soli 20 centimetri da uno dei lucernari posti sul tetto – si legge nella sentenza – non può ritenersi adeguata a evitare pregiudizi alla proprietà dei ricorrenti». «Nella zona sottostante il motore – sono le considerazioni del tecnico – non potranno essere eseguite le ordinarie opere di manutenzione alla copertura, non sarà possibile effettuare un ipotetico rialzamento della stessa o comunque eseguire opere di qualunque natura in quella zona, inoltre la vicinanza del motore ai lucernari presenti sul tetto comporta la produzione di rumore e l’immissione di aria calda proveniente dal propulsore, che può arrecare disturbo a chi usufruisce degli ambienti del bene. Infine, non è da escludere che per effettuare gli interventi di manutenzione sul motore, debba essere utilizzata la copertura come piano di calpestio». Per queste ragioni, il tribunale, ha condannato il vicino a rimuovere l’unità esterna del condizionatore e a pagare oltre 4.000 euro di spese di giudizio.

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