Porto di Cecina, concordato prorogato: i creditori potranno stopparlo. Cosa succede adesso
Sales: «Comprare? Non ce ne stiamo occupando. Ma basta perdere tempo»
CECINA. Il concordato è, di fatto, già prorogato. Non ci sarà alcun atto affinché questo avvenga “formalmente”. Emerge questo in estrema sintesi rispetto a quello che accadrà per la procedura del Porto di Cecina. Setha ha inviato un proroga dei termini dell’offerta alla scadenza del 31 dicembre a tutti gli interessati e la procedura concordataria va avanti. Solo se uno dei creditori ne chiederà la risoluzione, il Tribunale si esprimerà se la richiesta è un adempimento necessario o meno per il bene dei creditori e per salvaguardare il porto.
Le ultime ore
Proprio nelle ultime ore il commissario giudiziale Franco Paganelli starebbe preparando una relazione da presentare al giudice per riferire sugli sviluppi che la procedura ha avuto nelle ultime settimane. Di fatto, se esiste un acquirente che salva il progetto presentato e che con la sua offerta paga quasi interamente i creditori, come sarebbe per l’offerta di Setha, non si ritiene necessario cambiare la situazione sul tavolo. Almeno in attesa che il secondo vincolo, la sentenza della Cassazione, non venga rimosso. Cioè arrivi a perfezionare l’offerta. Al momento istanze dei creditori non ce ne sono. L’unica novità sulla scrivania dei professionisti è la lettera, datata 30 dicembre, con cui la Porto di Cecina chiede un incontro a Comune e a commissario giudiziale (in rappresentanza del giudice) per affrontare il tema della convenzione e quindi dell’esigenza che chi acquisterà dovrà realizzare opere per la messa in sicurezza per un importo di 2, 3 milioni di euro.
La situazione
Da quello che si comprende l’interpretazione prevalente sembra quella che la convenzione c’è e debba andare avanti fino a dopo l’acquisto quando gli obblighi potranno essere rimossi con una trattativa a due: proprietà e Comune. La situazione è quindi tutt’altro che immobile. Risulta, da fonti vicine al Tribunale, che la sentenza della Cassazione possa arrivare a breve ma certezze non ce ne sono. E non potrebbe essere altrimenti. Conferma Mario Zambernardi, consigliere del cda di Sales, società creditrice e che fin dai primi momenti si è opposta all’omologa del concordato. «Non abbiamo ricorso contro la scelta della procedura ma su alcuni aspetti legati all’omologa», precisa Zambernardi che risponde alle ripetute voci che darebbero la Sales come interessata a una collaborazione con altri investitori nel caso Setha non acquistasse il porto. «Non ci stiamo occupando di niente del genere. È un’ipotesi che al momento escludiamo», dice Zambernardi. «Chiediamo che vengano pagati i debiti come previsto dal concordato dal momento che sono trascorsi quasi 4 anni. La proposta di concordato è del febbraio 2021. Chiedo che non si perda altro tempo e che se c’è la volontà di acquistare lo si faccia».
Nessuna novità sulla sentenza neppure da Sales. «L’udienza c’è stata ad aprile e aspettiamo che depositino la sentenza. Scadenze non ce ne sono, del resto». E quindi la strategia di Sales quale sarà? «Non c’è. Noi, per quanto ci riguarda, valuteremo il da farsi passo dopo passo», conclude Zambernardi.