Il Tirreno

Il caso

Porto di Cecina, Setha replica al Comune: «Macché spariti, compreremo»

di Ilenia Reali
Il porto di Cecina del Company profile di Setha inserito tra i progetti in fase di acquisizione
Il porto di Cecina del Company profile di Setha inserito tra i progetti in fase di acquisizione

Il fondatore Manuel Alsoni: «Sono tre anni che ci crediamo e investiamo». Ma sul tavolo resta il tema delle opere idrauliche inserite in convenzione

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CECINA. È botta e risposta tra il Comune di Cecina e Setha sul futuro del porto con la società di investimenti e sviluppo immobiliare che conferma l’intenzione di acquistare come da offerta vincolante, già presentata e per cui non è necessario alcuna conferma, con il vice sindaco Alessandro Bechini che, intervenendo su un articolo pubblicato dal Tirreno del 29 dicembre, ha espresso preoccupazione e lamentato di non aver incontrato da mesi i rappresentanti della società a pochi giorni dalla scadenza del concordato. Una conferma all’acquisto, al prezzo offerto, che non si concluderebbe neppure con la procedura concordataria in corso ma «anche qualora dovessero essere avviate procedure alternative».

A sostenerlo è la società Setha con una nota inviata al Tirreno ma anche lo stesso fondatore della società inglese Manuel Alsoni.

«Certo che acquistiamo e non dobbiamo confermarlo. Il 31, oggi, scade il concordato ed è il tribunale che dovrà decidere per un’eventuale proroga del concordato o se far fallire la Porto di Cecina. Tutti sanno che noi ci siamo e ci sono interlocuzioni con tutti coloro che sono coinvolti. Sono tre anni che ci crediamo e ci investiamo. La posizione del vice sindaco mi lascia perplesso: si vuole che salti tutto? Noi siamo e stiamo andando avanti: hanno approvato la variante e ci abbiamo lavorato con uno dei migliori studi. Abbiamo già investito molto».

La proroga dei termini sembra scontata e prima di entrare sul tema caldo che è quello della convenzione per le opere idrauliche e da cui nascono le frizioni, quello delle opere idrauliche, Alsoni, entra anche sul clima che a Cecina si è creato relativamente alla società inglese: «Setha è una società che esiste da anni e quello che ha fatto si vede facilmente, quindi le chiacchiere su una nostra poca serietà lasciano il tempo che trovano e non me ne curo. Sono tre anni che investiamo senza ancora avere cominciato, siamo una realtà che comprende sessanta società. Abbiamo una partnership con un fondo internazionale con cui stiamo comprando altri porti in Italia. Il porto di Cecina è per noi fantastico perché naturale, anche per questo abbiamo chiesto la riduzione delle metrature. È in un territorio favoloso e ovviamente continuiamo a pensare che valga l’investimento alla base della nostra offerta. Speriamo di sbloccare la situazione presto perché quando il porto sarà nostro, siamo disponibili e aperti ad aprire tutte le collaborazioni del caso. Ci sentiamo con Ratti del porto di Rosignano e pensiamo a uno sviluppo con un ritorno anche sul territorio».

Poi Alsoni entra nel dettaglio della convenzione siglata tra Comune e Porto di Cecina per la realizzazione delle opere di messa in sicurezza (la costruzione degli argini a destra e a sinistra del fiume Cecina e la realizzazione del ponte a Marina) e sull’imminente inizio degli interventi di rifacimento di uno degli argini grazie a un finanziamento della Regione Toscana per cui il Comune ha richiesto a Porto di Cecina, e poi con l’acquisto a Setha, il rimborso o lavori di importo analogo.

«Sono stati chiesti 2, 8 milioni di euro in scambio lavori – dice Alsoni – ma non abbiamo intenzione di pagare le cifre indicate. La convenzione tra la Porto di Cecina e il Comune basata su un permesso di costruire che non è mai stato ritirato e che non intendo ritirare tanto che ho chiesto una variante, quella appena approvata. Questa era la prima delle due condizioni sospensive per la richiesta di acquisto vincolato mentre la seconda è che la Cassazione si pronunci per un ricorso e che tutti stiamo attendendo e che speravamo arrivasse prima. Contiamo arrivi presto».

E se per la sentenza non resta che attendere, per la convenzione Setha ha le idee chiare.

«La convenzione – conclude – va riscritta in funzione del permesso di costruire come previsto dalla variante approvata e che intendo portare avanti. Non sta né in cielo né in terra che si paghino opere per costruzioni che non faremo. Speriamo quindi di sbloccare la situazione nell’interesse anche della comunità».


 

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