La guida
Porto di Rosignano, verso l’ok ai pescatori: «Spiraglio dopo anni di lotte»
Dallo sfratto all’accordo: «Così torneremo al Cala de’ Medici»
ROSIGNANO. Lo “sfratto” dal porto, l’esodo e la ricerca di un appoggio lungo la Costa degli Etruschi. Poi il pignoramento della barca, la vendita all’asta e il contratto d’affitto per riuscire a riottenerla. Lavorativamente parlando sono stati anni difficili, gli ultimi dieci, per il pescatore rosignanese Simone Sardone. Era il 2017 e di tempo ne è passato da quando, insieme ad altri tre colleghi, ha dovuto tirare su l’ancora e allontanarsi dalle banchine del Cala de’ Medici, finendo poi per iniziare a girovagare lungo la costa in cerca di un accosto. E adesso che, a quanto sembra, c’è un vero spiraglio per tornare a Solvay, riecco l’ottimismo nella sua voce. Un cauto ottimismo. «Non so quando potremo tornare e a quali condizioni – dice il pescatore –. Vediamo. Però sono contento che finalmente si sia sbloccata la situazione». Ma facciamo un passo indietro.
Fino al 2013 i pescatori lasciavano tranquillamente la barca nel porto di Solvay, come ha spiegato tempo fa lo stesso Sardone, «dietro il pagamento di 200 euro mensili. Poi con il nuovo affidatario è cambiato tutto». Anche perché di fatto nella concessione per quell’area non sono previsti ormeggi per pescherecci. «Dopo tre anni ci hanno anche chiesto di pagare gli arretrati».
E non potendo pagare, a Sardone è stata pignorata la barca: la Nirosi II, che nel tempo è stata ormeggiata a Vada e a San Vincenzo. Venduta all’asta, l’imbarcazione è stata poi presa in affitto dal pescatore di Rosignano, che ha potuto così continuare un lavoro che per lui significa vita. In tutto questo Sardone ha più volte richiamato l’attenzione sulla sua situazione, chiedendo la possibilità di tornare a ormeggiare la barca al Cala de’ Medici. Bene, affinché questo sia possibile è necessario che sia modificata la convenzione per la gestione dell’area andando a prevedere, appunto, gli spazi per i pescatori. Si inserisce in questo contesto la notizia di pochi giorni fa: il sindaco di Rosignano Claudio Marabotti e l’amministratore delegato del porto Matteo Italo Ratti hanno trovato una convergenza per la sistemazione, dal punto di vista dell’ormeggio, di «un numero predeterminato di barche da pesca la cui attività (manovre, sosta, eventuale utilizzazione di parte dei servizi portuali) non interferisca con le attività del porto turistico». Ratti, d’altra parte, ha precisato che l’utilizzo degli ormeggi da parte delle barche da pesca all’interno dell’area del Marina Cala de’ Medici dovrebbe essere «preventivamente disciplinata» da un regolamento da redigere in collaborazione con l’amministrazione. Contestualmente «i fruitori degli ormeggi dovranno dare garanzie sul corretto utilizzo degli spazi assegnati e dovranno corrispondere una sorta di canone che il porto si impegna a esaminare insieme al Comune». E secondo quanto proposto dalla società che gestisce il porto turistico, il regolamento dovrà contenere anche la decadenza automatica dell’assegnazione dell’ormeggio in caso di «inadempimento o violazioni dello stesso regolamento». Alla luce di tutto questo Sardone si dice «contento» di quello che «è indubbiamente un passo avanti per cui ringrazio il sindaco. Resta da capire dove potremo ormeggiare, da quando e a quale prezzo. Vediamo».
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