Maltempo in Toscana, salvato dalla piena del torrente: «Io miracolato dall’auto in fiamme»
Montecatini Val di Cecina, Fabio Vignali (abita a Rosignano) ha visto passare l’acqua di fronte evitando di essere travolto
MONTECATINI VAL DI CECINA. Quando l’auto ha cominciato a fumare per poi prendere fuoco ha pensato che l’universo avesse voluto scaricare su di lui ogni genere di maleficio, visto che il diluvio si stava abbattendo tutto intorno. Ma quando ha visto passare davanti alla macchina ferma e in fiamme la piena del torrente La Sterza, uscito dagli argini e nel pieno della sua forza, ha capito che era un vero miracolato. «Se avessi proseguito sarei stato travolto dall’acqua», dice Fabio Vignali che abita a Rosignano Marittimo ma che è originario di Castello di Querceto il giorno dopo la fortissima ondata di maltempo che ha spazzato la zona dove l’Alta e la Bassa Valdicecina si fondono, tra Canneto e la Gabella nel comune di Montecatini Valdciecina.
In piedi accanto all’auto carbonizzata, Vignali guarda il cielo mentre racconta cos’è accaduto: «Penso che i ristagni d’acqua abbiano creato un cortocircuito che ha dato il via all’incendio. Ho sentito prima un forte odore di bruciato e poi ho visto che il motore prendere fuoco». Un paradosso mentre fuori dall’abitacolo pioveva a scrosci. Eppure è andata proprio così. Mostra un video dal suo telefonino mentre le fiamme sprigionate dalla sua auto si alzano altissime. «Quando mi sono fermato ho pensato subito a mettere la macchina in sicurezza – dice ancora – perché è alimentata a Gpl e poteva esplodere tutto. Poi ho preso una borsa e sono uscito, preoccupandomi di fare cenno a quelli che mi seguivano di allontanarsi».
Poi Vignali ha guardato verso la casa a meno di cinquanta metri. La piena era già passata. E ha visto che in strada c’erano alcune persone. «Ho urlato che si allontanassero – sottolinea – ma vedevo le torce dei telefonini accesi. Poi ho saputo che erano in corso le prime ricerche del bambino e della nonna portati via dal La Sterza».
Una storia della notte che da queste parti nessuno potrà mai dimenticare. Ore da incubo in cui il bar alla Gabella è stato devastato e a cui sono seguiti i sopralluoghi di carabinieri, Protezione civile, Regione, con l’assessora all’ambiente Monia Monni e Comune, col sindaco Francesco Auriemma sempre presente senza dormire fin da subito. Momenti d’angoscia nella speranza, abbastanza flebile, di ritrovare vivi il bambino e la nonna. Ricerche partite dal punto più vicino del torrente La Sterza alla casa dove soggiornava la famiglia tedesca e proseguite lungo il corso d’acqua e i campi adiacenti.
Una popolazione, quella sparsa in questo angolo di provincia pisana al confine con quella livornese, che ha trascorso attimi di terrore. E che, il giorno dopo, è stata obbligata a vedere gli effetti della furia del maltempo alla luce del sole. Con la consapevolezza che servirà tanto lavoro e una gran mole di aiuti per ripartire e rimettere in sesto un territorio che vive di agricoltura e di allevamenti di bestiame. E che fa delle bellezze paesaggistiche una forza in grado di attirare turisti da tutto il mondo. Come la famiglia tedesca alla quale l’altra sera le eccezionali precipitazioni hanno stravolto la vita per sempre.