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Cecina, ecco “Motogeppetto”: trasforma tronchi in sculture con una motosega – Video

di Cecilia Morello
Cecina, ecco “Motogeppetto”: trasforma tronchi in sculture con una motosega – Video

Il 35enne cecinese si racconta: «Per me è una passione, l’idea nata per scommessa a una sagra»

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CECINA. «Non mi prendo molto sul serio, per me è una passione». Ma a vedere le sue opere non si direbbe. Come la catena di 3 metri di legno, realizzata completamente con la motosega. «E un pochino di mola alla fine, per renderla più liscia». E’ senza giunture eppure gli anelli si muovono: «Era un pezzo di legno di 2 metri e 20».

Lui si chiama Andrea Persiani, in arte Motogeppetto. Cecinese, realizza le sculture nella sua azienda agricola a Collemezzano, dove alleva maiali, produce olio e… trasforma tronchi in sculture utilizzando una motosega e nient’altro, neanche uno scalpello. Alcune delle sue opere in legno, come la catena ad esempio, sono esposte in questi giorni a Riparbella, nella ex scuola in piazza Marconi, per la mostra allestita in occasione della sagra del cinghiale. «Non le vendo, le realizzo per me, per familiari e amici. E’ un hobby a cui mi dedico da qualche anno».

Tutto è cominciato per scommessa. A una sagra, in compagnia di amici. «Dissi, scommettete che vi faccio uno spiedino con la motosega?». E lo strumento di lavoro da quel momento è diventato come un pennello. «L'ho fatto. Ed è stata un’illuminazione. Purtroppo in zona non c’è nessuno che realizza questo tipo di opere, per cui ho imparato da autodidatta, provando e riprovando, e guardando qualche video su youtube». Si comincia da un tronco di legno. «Qui non abbiamo disponibilità di grandi varietà di legno. Ma c’è il pino, che si trova in abbondanza e di tutte le misure. Oltretutto, essendo molto resinoso, è più difficile che si rompa mentre lo lavoro e dopo si apre meno, resta più stabile». Trovato il tronco, va deciso cosa farne. «Non ho fatto una scuola d’arte. A dire il vero non ho mai neanche disegnato in vita mia. Quindi prendo il pezzo di legno, lo guardo e lo riguardo finchè non ci vedo dentro qualcosa da tirare fuori. Se non ce lo vedo neanche prendo in mano la motosega». Una volta “scoperto” cosa può emergere da quel tronco di legno, Motogeppetto ne abbozza il disegno con un pennarello, in modo da avere una traccia sul legno. «Poi comincio a togliere il grosso. Prima con una motosega più grande, poi con altre più piccole quando si tratta di fare le rifiniture. Un lato dopo l’altro». Niente scalpello, «neanche ce l’ho», al massimo una piccola mola per rendere alcune parti più lisce. Per realizzare una scultura impiega in media dalle 2 alle 4 ore, per le più complicate arriva fino a 7-8 ore. «La catena è quella che sorprende maggiormente ma la più complicata che ho fatto, per i dettagli, è un’aquila», anche questa realizzata interamente a motosega, rifinita a mola e bruciata col cannello. Poi ci sono i fari, uno dei quali realizzato per il campeggio Tripesce e dotato anche di impianto elettrico, come un vero faro. «L’unico che ho fatto diciamo su ordinazione, sennò al massimo le espongo a qualche sagra e faccio delle dimostrazioni». Come quella che farà oggi a Riparbella, in due sessioni, la mattina intorno alle 11.30 e poi nel primo pomeriggio, alla sagra del cinghiale. La mostra, “L’arte tra legno, cultura e colture”, vedrà esposte, oltre alle sculture in legno di Motogeppetto, anche statue e mosaici di Raffaele Ciciriello, dipinti di Renata Trevisan, attrezzi rurali e cabrei recuperati dalla Vecchia Fattoria, oltre 70 quadri e oggetti dipinti del pittore Giovanni (Domenico) Giulianini.


 

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