Il racconto del disabile: «Un’ora sospeso in aria fuori dal bus per il blocco della pedana»
Brambilla racconta ciò che gli è capitato: «E il transito di quel mezzo è stato un caso perché alla mia richiesta di un pullman accessibile non ho mai ricevuto risposta»
CECINA. È salito sulla pedana dell’autobus con la sua carrozzina elettrica. Marina di Bibbona-Cecina: questo il percorso che avrebbe dovuto fare. Poi, con l’apparecchio in movimento, un rumore. E la pedana si blocca. Inesorabilmente. «Sono rimasto così, sospeso a mezz’aria, a un metro da terra, per un’ora. Poi non ne potevo più e ho chiamato i vigili del fuoco».
La prenotazione
A raccontare questa storia è Manuel Brambilla. Lui vive a Marina di Bibbona, ma sta per trasferirsi a Cecina. Per questo, negli ultimi giorni, ha dovuto pianificare vari spostamenti verso e da Cecina. E ha pensato di optare per il bus, non senza problemi. Innanzitutto, muovendosi, appunto, con la carrozzina elettrica, ha provato a prenotare un bus munito di pedana per disabili. Ma non ha avuto successo. «Ho mandato una mail ad Autolinee Toscane (la realtà che gestisce il trasporto pubblico locale in tutta la Toscana, ndr) in cui specificavo la fermata di partenza (Bivio Marina di Bibbona) e quella di arrivo (piazza della Libertà, a Cecina), con tanto di data partenza (19 settembre), orario (9.50) e linea del bus (001)».
La mancata risposta
Questo l’ha fatto il 15 settembre. Il giorno dopo Autolinee gli risponde dicendo che avrebbe girato la sua richiesta all’ufficio competente. Non ricevendo più riscontri, Brambilla il 17 settembre manda un altro messaggio di posta elettronica in cui fa presente di non essere ancora stato contattato e di avere necessità di una risposta.
«Bloccato in aria»
Tutto tace. Arrivato alla mattinata di lunedì scorso senza riscontri Brambilla va comunque alla sua fermata tentando la fortuna. «In effetti, per puro caso, è arrivato un autobus munito di pedana per i disabili – racconta –. L’autista quando mi ha visto era perplessa perché nessuno l’aveva avvertita che mi avrebbe trovato lì, ma è stata molto gentile e ha messo in funzione la pedana dell’autobus». Il meccanismo dunque si attiva ed ecco la pedana. Brambilla avanza con la sua carrozzina elettrica e sale. E a questa punto succede che «la passerella si blocca a mezz’aria. E io rimango lì, sospeso a un metro da terra». Aspetta cinque minuti, dieci, venti. «Poi dopo un’ora ho chiamato i vigili del fuoco affinché potessero farmi scendere da lì». Il tempo di partire dalla caserma e di arrivare che davanti alla fermata dei pullman transita un altro autobus accessibile. «Si è fermato e l’autista, mettendosi a fare il meccanico, è riuscito a far funzionare la pedana. In quel momento sono arrivati sei vigili del fuoco, ma ero già sceso».
“La liberazione”
Riuscito a tornare a terra, Brambilla prende l’altro bus, quello arrivato in suo soccorso, e riesce finalmente ad arrivare alla sua destinazione: piazza della Libertà. «Arrivato lì ho trovato un ausiliario molto gentile che mi ha aiutato a far arrivare un autobus accessibile per ritornare a Marina di Bibbona». Alla fine, in qualche modo e con parecchio ritardo sulla tabella di marcia, Brambilla ha ultimato il suo viaggio.
«Spero che si cambi»
E ha deciso di raccontare al Tirreno la sua storia perché crede che possa essere utile anche agli altri e, magari, perché potrebbe contribuire al miglioramento di un servizio, quello del trasporto pubblico locale, che per i cittadini è importante. Al di là della passerella rotta e del suo essere stato costretto a rimanere un’ora sospeso a mezz’aria, Manuel Brambilla sottolinea il problema della mancata risposta di Autolinee nel momento in cui ha scritto all’azienda per richiedere un autobus che fosse accessibile ai disabili. «Mi sarei aspettato un qualche riscontro – spiega –. Anche un no, se non fosse stato possibile far arrivare questo bus. Ma almeno un riscontro per potermi organizzare. Se mi avessero detto di no avrei fatto in un altro modo. Invece mi sembra assurdo che nessuno mi abbia risposto per confermare o meno il servizio, così come mi era stato garantito nel primo messaggio di posta elettronica». Manuel, alla fine è riuscito a completare il suo trasloco e oggi si trasferisce a Cecina. In tutto questo, alla luce di ciò che gli è capitato, ha un auspicio: «Mi piacerebbe davvero – dice – che qualcosa cambiasse».
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