Ciao Renato! Il libro Cenciblu ha fatto più bella Marina
È morto lo scrittore e poeta Renato Menicucci, i suoi libri dedicati a Cecina Mare. È stato a lungo bibliotecario. Oggi alle 15 il funerale alla chiesa di S. Andrea
CECINA. È morto Renato Menicucci, e Marina è un po’più sola: poeta e scrittore, Renato ha raccontato i personaggi della sua Marina di Cecina, il luogo dove è nato e vissuto e che i suoi libri hanno contribuito a rendere più bella. Una voce appassionata, che non ha mai smesso di far sentire il proprio attaccamento a una comunità, fatta di amici, di storie, di memorie.
A dare la notizia della morte è stata la figlia Elisa con un post su Facebook. «Con un dolore immenso informo gli amici virtuali e non che il mio babbo ci ha lasciato stanotte, purtroppo era tornato in ospedale per un peggioramento e lì gli è stato diagnosticato un brutto male, chi volesse dargli un ultimo saluto lo può fare alla camera mortuaria dell’ospedale di Cecina, o in chiesa». Oggi pomeriggio alle 15 si svolgerà infatti il funerale alla chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Cecina Mare.
Renato Menicucci era nato al mare, e del mare sentiva il respiro. Il suo libro più amato e famoso è “Cenciblù”, di recente ristampato, un libro che contiene le storie dei marinesi che hanno accompagnato la giovinezza dell’autore.
Tanti, malinconici e divertenti aneddoti che la penna di Renato è riuscita a trasformare in poesia. Menicucci, che a lungo è stato bibliotecario nella biblioteca comunale di Cecina quando ancora si trovava nella sede di piazza Guerrazzi, sul retro del palazzetto dei congressi, ha dato alle stampe numerosi libri di poesia. L’ultimo, scritto pochi anni fa, a quattro mani con Rodolfo Selvaggio.
Aveva un grande amore ed empatia per gli animali, soprattutto i cani. Al suo meticcio Tango e ai suoi “predecessori” aveva dedicato bellissime pagine, ne riproponiamo un estratto: «Prima di Tango, ho avuto un cagnolino che si chiamava Alfredo. .. il nome che gli avevo dato all’inizio, era Fred, che cambiai però, non appena, i più, lo trasformarono in Frèdde. Allora, abitavo a Cecina Marina, vicino al maneggio, a pochi passi dal mare. Spesso, il pomeriggio, frequentavo il Bar Luna, minuscolo e tuttavia grazioso locale, il cui gestore, Mimmo, era un giovane sardo, con il quale m’intrattenevo volentieri a parlare. Uno di quei pomeriggi, il guinzaglio mi sfuggì di mano, e Alfredo si lanciò come un proiettile, fuori del bar. Prima che potessi riordinare le idee, Mimmo uscì a sua volta, e cominciò ad urlare: “Al-freddo, Al-freddo! Al-freddoooo! "... era febbraio, fuori faceva un freddo cane (è il caso di dirlo) , e le assai rare persone che circolavano, guardarono alquanto perplesse il piccolo uomo, che in maniche di camicia, gridava davanti all’entrata del bar fin quando Alfredo, compiuto il suo giretto, tornò appagato e forse sembrò a me sorridente. Il Bar Luna non c’è più, da tanto tempo ormai. La posizione isolata, soprattutto d’inverno, le spese, di gran lunga superiori agli introiti, ne avevano decretato la precoce fine di Mimmo non so più nulla, a parte il fatto che si era trasferito a Livorno. Peccato, quanti Bar Luna, via via, si chiudono, quanti piccoli, insospettabili luoghi del cuore, meteore, nella nostra, pur breve, anch’essa, vita...»
Tra i tanti marinesi che lo ricordano, le parole affettuose di Filippo D’Andrea, dell’hotel Tornese. «Un uomo di rara bellezza e di gentilezza d’animo, non dimenticherò mai le lunghe chiacchierate e le confidenze, le storie e gli aneddoti che raccontava sulla sua infanzia di marinese e le sonore risate ed i sorrisi dolci al pensiero del mio babbo Antonio, suo grande amico. Se avete occasione trovate “Cenciblù”, fatevelo prestare, acquistatelo se si trova.. ne vale veramente la pena. Manteniamo vivo il suo ricordo, vi prego». l