Il Tirreno

In manette

Latitante arrestato in campeggio a Vada: cambia nome, ma viene scoperto. Autore di una truffa milionaria

Sabrina Chiellini
Nel campeggio di Rosignano è arrivata la polizia
Nel campeggio di Rosignano è arrivata la polizia

Le generalità falsificate e un passaporto apparentemente in regola non hanno funzionato. La polizia non ha potuto fare altro che dare esecuzione al mandato di arresto internazionale

05 luglio 2022
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VADA. Ha scelto Vada per una vacanza in Italia con moglie e figlia. E per passare inosservato, l'uomo destinatario di un mandato di arresto europeo emesso in seguito ad una sentenza definitiva per una mega truffa finanziaria da lui compiuta, ha scelto una struttura ricettiva vicino al mare. Ha fornito un documento con un nome diverso da quello legato alla vicenda giudiziaria, pronto a godersi in santa pace il mare e la tranquillità della provincia livornese. Quello che non aveva immaginato è di venire scoperto dai poliziotti che, invece, controllano tutte le segnalazioni che vengono inoltrate alle questure come ai commissariati dalle strutture ricettive, alberghi, come campeggi. Così l’altra sera nella struttura scelta dal serbo di 34 anni, indagato e condannato per la truffa, è arrivata la polizia del commissariato di Rosignano. Il consueto controllo a tappeto sui nomi e i documenti dei vacanzieri ha permesso agli agenti di individuare il cittadino straniero ricercato, il quale, dopo essere stato identificato tramite il nome dato durante un precedente controllo, è stato tratto in arresto e condotto nel carcere delle Sughere a Livorno, dove resterà in attesa dell’estradizione.

L’avere cambiato cognome, pur con un passaporto apparentemente in regola, non gli è servito a molto. Visto che la polizia non ha potuto fare altro che dare esecuzione al mandato di arresto internazionale: il serbo deve scontare una pena di quasi dieci anni in quanto, stando agli inquirenti, è rimasto coinvolto in una truffa finanziaria per una somma di circa dieci milioni di euro, avvenuta tra la Germania e Milano.

Nell’ultimo anno il serbo ha evitato di tornare in Italia ma con l’arrivo dell’estate e, soprattutto, avendo assunto un nuovo cognome, pensava di riuscire a sfuggire alle maglie della giustizia. Da quanto è emerso lo straniero era stato identificato con il nuovo passaporto serbo durante un controllo stradale avvenuto sempre in Italia. Dalla comparazione dei dati è uscita la vera identità del ricercato che quindi è stato arrestato. Ora saranno informate le autorità tedesche, visto che in Germania è stato indagato e processato. Delle procedure di estradizione si occuperà ora la Corte d’appello di Firenze.

La storia del serbo ricercato per la mega truffa finanziaria ricorda un po’ quella clamorosa avvenuta la scorsa estate a Forte dei Marmi. Anche se si tratta di due vicende completamente diverse il meccanismo che ha portato all’arresto è sempre lo stesso. Nella hall di un albergo gli agenti del commissariato di Forte dei Marmi a fine agosto hanno arrestato un ricercato internazionale, appena sceso dal pullman come un turista qualunque e poi perlatro protagonista di una complessa vicenda che ha riguardato l’estradizione e la sua liberazione. In quel caso in manette è finito un pensionato, è accusato di essere stato il carceriere di almeno tre oppositori del regime di Pinochet. Per le autorità del Cile, negli anni Settanta fu uno dei capi della “Colonia Dignidad”, enclave di nazisti fuggiti dalla Germania e rifugiatasi non lontana da Santiago, usata dalla polizia segreta del generale come centro di detenzione e tortura. Anche lui scoperto attraverso un controllo dei documenti fornito da un albergo.

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