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Ammoniaca e pesci morti Ona: «Sversate altre sostanze?»

ROSIGNANO. «A quanto pare sembra che non sia possibile capire se la morte degli animali si possa ricollegare con lo sversamento di ammoniaca, avvenuto il giorno precedente». Anche l’Ona (Osservatorio...

10 settembre 2017
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ROSIGNANO. «A quanto pare sembra che non sia possibile capire se la morte degli animali si possa ricollegare con lo sversamento di ammoniaca, avvenuto il giorno precedente». Anche l’Ona (Osservatorio nazionale amianto) interviene sulla vicenda dello sversamento e della moria, segnalata il giorno successivo da alcuni cittadini.

«Questo è già il secondo episodio di inquinamento delle acque a Rosignano - si legge in una nota dell’Ona - il primo avvenuto ben 10 anni fa, a seguito di un blackout. Ma, cosa è cambiato da allora? Come riportato in un documento Arpat, datato 1 agosto 2007, “il giorno 19 giugno 2007 alle ore 8:50 nell’insediamento industriale di Rosignano Solvay si è verificato un totale black-out elettrico che ha provocato la fermata di tutte le unità produttive dello stabilimento Solvay e delle altre ditte dell’insediamento industriale. La situazione accidentale si è evidenziata soprattutto con una fuoriuscita di ammoniaca dall’unità produttiva “sodiera” e con un suo deflusso nello scarico al riavvio delle unità di produzione; oltre a questo si sono verificate emissioni di fumo dalla torcia dell’impianto di stoccaggio etilene e dalla torcia dell’impianto di produzione Polietilene”».

«Sono passati 10 anni e siamo di nuovo qui - dichiara Antonella Franchi, coordinatrice nazionale Ona- a parlare dell’acqua inquinata. In entrambi i casi si è parlato di ammoniaca, ma chi ci garantisce che non sia stata sversato anche qualche altro materiale ancor più dannoso? Qui non se ne può più. Che le istituzioni si muovano, il tempo passa ma i danni restano».

L’Osservatorio amianto ricorda anche come il documento Arpat in occasione dello sversamento del 2007 «termina con “nel corso degli eventi del 19 giugno sono emersi alcuni aspetti critici, seppur evocati da una situazione particolarmente eccezionale come quella del disservizio elettrico occorso. Si deve in ogni caso prendere atto che nonostante quest’ultimo avesse una probabilità estremamente bassa di verificarsi, si è ugualmente realizzato. Pertanto è parere dell’ Agenzia che la società Solvay dovrebbe procedere ad una revisione delle procedure e dei dispositivi di emergenza finalizzati principalmente al confinamento di ammoniaca e alla distruzione di vapori organici in modo esaustivo”».

«Il caso di Rosignano - dice dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente Osservatorio nazionale amianto - è comune a molti altri territori del nostro Paese e del nostro pianeta. È una questione di sensibilità culturale, di senso etico, del dovere di restituire alle future generazioni questo pianeta che abbiamo preso in prestito senza distruggerlo».

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