Una scia di morti legate all’amianto
Rosignano: l’Ona ha in corso 17 cause di risarcimento contro Solvay. Il presidente dell’osservatorio: «Territorio devastato»
ROSIGNANO. «È di 250 il numero di morti in eccesso per cause legate ad amianto e agenti inquinanti, rispetto a quanto sarebbe l’attesa secondo le statistiche». Claudio Marabotti, cardiologo e membro del comitato scientifico dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto) era tra i relatori dell’incontro organizzato a Rosignano per far luce su nuovi casi di malattie asbesto-correlate non solo a Rosignano ma anche nella città di Livorno.
Il medico, che nei mesi scorsi ha portato avanti uno studio che sovrappone i dati sulla presenza di agenti inquinanti nei Comuni di Rosignano e Cecina a quelli relativi alle cause di mortalità sugli stessi territori, spiega che «nonostante la situazione per Rosignano non sia drammatica, emerge che l’unico tumore in eccesso rispetto alle aspettative è il mesotelioma pleurico». «Non solo - ha sottolineato Marabotti -, oltre alla presenza di amianto si registrano nell’aria e nelle acque metalli pesanti. Tutti questi agenti hanno causato appunto non solo malattie tumorali, ma anche a carico dell’apparato cardiaco e vascolare come ictus e ischemie, casi di Alzheimer. In totale stimiamo che dal 2001 al 2010 a Rosignano, per questi agenti patogeni, si siano verificati appunto 250 morti in più rispetto a quanto era atteso secondo le stime».
Una situazione che i rappresentanti dell’Ona non esitano a definire inquietante. «25 i casi di mesotelioma - ha spiegato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente Ona - riscontrati dal 1993 al 2008 su una popolazione di circa 30mila abitanti. Anche in questo caso la media è molto più alta di quella nazionale e di quella regionale, con 5 casi».
Bonanni ha ricordato che sulle morti sospette di svariati lavoratori dello stabilimento Solvay, «c’è un’inchiesta della Procura di Milano in corso: al momento le cause per risarcimento danni sono 17, per lavoratori malati o deceduti». Le udienze per tre di questi casi sono andate in scena ieri mattina al tribunale civile di Livorno, davanti al giudice Raffaella Calò. «Per uno di questi casi - ha detto Bonanni -, una persona con macchie pleuriche, è stato offerto un risarcimento di 4mila euro. Valuteremo con la famiglia cosa fare. Intanto per il 3 novembre e l’1 dicembre sono state fissate le udienze per altre cause». Non solo, Bonanni e il suo staff stanno avviando anche na serie di cause contro l’Inail, «perché ci sono difficoltà a far riconoscere le patologie asbesto-correlate». L’intenzione dell’Ona, intanto, è quella di vigilare affinché il dottor Marabotti possa proseguire nello studio avviato. «Finora abbiamo appurato - ha detto il medico - che dove c’è più inquinamento c’è un eccesso di morti, adesso dobbiamo mettere in relazione i dati. Il collegamento tra l’amianto e il mesotelioma è certo, c’è da indagare il legame tra l’inquinamento e il numero eccessivo di morti. Dobbiamo analizzare l’esposizione individuale, per arrivare a mappare non tanto i morti, ma gli ammalati».
Intanto l’Ona denuncia una situazione di allarme anche per la zona di Livorno. «Con 152 casi di mesotelioma -ha ripetuto Bonanni - su 156mila abitanti dal 1993 al 2008, la città di Livorno la è 27ª per numero di malati e morti da amianto. Malattie correlate alle attività all’interno del porto del capoluogo». Ecco che l’Ona, tramite l’avvocato Bonanni, ha presentato la prima causa contro l’Autorità portuale di Livorno. «È una causa pilota - ha terminato Bonanni -, dato che in passato cause di questo genere venivano rigettate perché non si individuava chi fosse responsabile della salute nelle aree portuali. Per un portuale morto di mesotelioma a 65 anni ho fatto causa all’Autorità portuale, dato che è succeduta ex lege a tutti i soggetti che in passato operavano in porto, dalla Capitaneria alle compagnie portuali, all’azienda dei mezzi meccanici. Oggi (il 22 settembre, ndr) davanti al giudice Francesca Sbrana c’è stata la prova testimoniale e l’udienza è aggiornata al 19 ottobre».