Il Tirreno

Rigassificatore, i sindacati bocciano il nuovo progetto Edison

Andrea Rocchi
Il pontile Solvay
Il pontile Solvay

Rosignano: nessuna ricaduta industriale. E intanto i chimici scioperano per salari e investimenti

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ROSIGNANO. Scioperano domani contro il governo, latitante nella partita degli ammortizzatori sociali e del sostegno a reddito. Ma anche per la lentezza del rilancio industriale del territorio, peraltro annunciato in patti ed accordi anche a Roma. I chimici della provincia di Livorno si fermano con uno sciopero generale ed una manifestazione nel capoluogo nel pomeriggio. E il parco industriale Solvay, con le sue aziende ed i suoi lavoratori, farà la propria parte perchè “c’è una preoccupante assenza nel piano di reindustrializzazione del territorio». In sostanza a Rosignano i lavoratori chimici Solvay temono di essere schiacciati nella morsa della crisi che attanaglia a nord Livorno e a sud Piombino. «Se non interveniamo subito - dicono le rsu di Solvay, Ineos ed Innovene (le tre principali realtà del rettangolo industriale rosignanese) - sarà troppo tardi». Col rischio che a catena, quello che è successo per molte ditte appaltatrici dell’indotto Solvay, che hanno perso commesse e personale, coinvolga le aziende-madre.
E’ presente una delegazione delle rappresentanze sindacali del cosiddetto parco industriale. Rossella Vallini (Cgil, rsu Solvay) illustra le preoccupazioni dei lavoratori, proprio pochi giorni dopo l’uscita dallo stabilimento chimico di Rosignano di 22 dipendenti. Con lei Stefano Santini (Cgil rsu Ineos), Bruno Grossi (Femca Cisl, rsu Innovene), Giacomo Isetto (Uiltec) e Michele Reami (Filtcem Cgil, rsu Solvay). «Rosignano è minacciata da altre due realtà - spiegano i sindacalisti, Livorno e Piombino che attraversano un momento di grave crisi. Il problema, per quanto ci riguarda, è quello dell’energia e del decollo del parco industriale». Nel volantino che pubblicizza lo sciopero generale di domani, del resto, oltre al sostegno al reddito per disoccupati ed una proroga degli ammortizzatori sociali, si sollecita “un piano energetico che permetta il rilancio industriale del territorio anche a tutela dell’ambiente” e “clausole sociali nei cambi di appalto”.

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Le rsu del parco industriale bocciano senza se e senza ma la nuova variante di Edison che ripropone il rigassificatore. «Questo è un progetto esclusivamente commerciale - afferma Vallini - Abbiamo vicino a noi l’esempio del rigassificatore di Livorno che a suo tempo fu preferito al progetto Rosignano e che oggi è un deposito vuoto a disposizione delle emergenze». «Con questo nuovo progetto di Edison - continua Vallini - saltano le contropartite per il territorio». E Reami fa notare come questo progetto sia ben diverso da quello che nel 2010 ha incassato la Via ministeriale. Durissimo Santini (Ineos): «Di commercianti siamo pieni, ma poo a chi vendono Noi diciamo sì se ci sono investimenti sul territorio, se ci sono ricadute in termini di occupazione, sviluppo e ambiente. Siamo stufi di transazioni finanziare ed operazioni commerciali».
Molta attenzione è concentrata sulla questione energetica. «Qui da noi in Toscana abbiamo i costi più alti dell’energia, con un delta addirittura di 40 euro in più rispetto ad altre realtà». Solvay guarda con preoccupazione al 2017, alla data della scadenza dei Cip 6 per la turbogas di Rosen. «Non possiamo presindere dal vapore a Rosignano - sostengono i sindacalisti di fabbrica - E Rosignano deve continuare ad avere vapore». E Grossi fa notare come fino a pochi anni fa la provincia di Livorno produceva “circa l’85% del fabbisogno energetico regionale”. Oggi, con la chiusura di alcune centrali, il ruolo di Rosen a Rosignano è diventato preponderante. Ecco perchè i sindacati chiedono un’attenzione della Regione, con una “vera politica energetica” sul nostro territorio ed auspicano che si apra una nuova fase per un’energia a più basso costo.
Quanto allo sciopero di domani, la manifestazione con corteo partirà a Livorno da via Filzi (ex Ceramiche Industriali) per concludersi davanti alla Prefettura.

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